Gabriella Ferri: un omaggio da donna a donna

Una passione circolare per un'artista scomoda e dirompente, a sublimare nel concerto-omaggio a Gabriella Ferri. Con quel «Canto sinnò me moro» in scena stasera alle 21 all'Auditorium delle Clarisse di Rapallo (ingresso libero), promosso dalla MomentiEventi di Marco Larteri e dal Comune, per la voce di Maria Luisa Rigoli sugli arrangiamenti di Federico «Chicco» Sirianni. Madre e figlio sul palco ad interpretare la Ferri, con un giro di note ad allacciare vite: quelle di Maria Luisa e Chicco che sulle canzoni dell'artista hanno scandito i tempi del loro quotidiano, la crescita artistica, le emozioni trasferite, il distillare senza scampo tra malinconia e stornello. Maria Luisa «le canta da un sacco di anni - ti racconta Chicco - brani della tradizione napoletana e romana che Gabriella Ferri ha interpretato nella sua storia d'artista». Da anni pensano di offrirle un tributo, «mamma c'è l'ha in testa da tempo e ha chiesto a me e ai miei musicisti di arrangiarle una ventina di brani - simbolo del suo percorso». Bella sfida misurarsi con un'icona struggente che ha scavato solchi e interpretato l'anima popolare nelle sue pieghe più corrosive. Eppure infinitamente dolce. Un fermento che in casa Sirianni ha viaggiato dalla Ferri a Gaber a De André. Anni di approfondimento e sintesi. Fino allo spettacolo di oggi, alle canzoni «che a mamma veniva d'interpretare alla maniera della Ferri come voce, modo di cantare e di porsi». Due atti per venti canzoni tratte dal periodo napoletano e romano, poi «Sempre» e le cover di artisti sud americani «Grazie alla vita» e «Remedios», «rendendo meno stornellate quelle d'ambito folk - dettaglia Chicco, coro e chitarra, con il violino, contrabbasso, pianoforte e percussioni degli Espresso Atlantico -. È la prima volta che mi misuro in maniera significativa sul folk e soprattutto con la Ferri, personaggio forte, contraddittorio, di enorme forza espressiva e tragica malinconia».
In scena a tutto tondo, con anche un attore ad evocarla attraverso versi di Trilussa, parole di lei e articoli di giornale. È quella storia d'arte e vita, contaminata di reale, giocata sul ritornello per provare a volare, scompaginata per perderla e riagguantarla senza fiato. Una lunga traccia che mamma e figlio riconoscono familiare; è l'appuntamento atteso da tempo, è il palcoscenico dei suoni incrociati e delle risonanze dell'anima.

Un grande concerto omaggio dove la regia sono loro che si riguardano nel tempo delle canzoni sentite e cantate poi: «Siamo tutti un po' tesi» confessa Chicco che riprova Reginella, accenna al folk romano di «Nina, Si Voi dormite» per sbattere contro la tristezza de «Le mantellate». Con Gabriella Ferri che torna a cacciarti addosso quegli occhi intensi bistrati di nero.

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