Galileo «divulgato» tra scienza e filosofia

Igor Principe

Se il concetto di «rete» è una chiave interpretativa del mondo contemporaneo, è naturale che anche la cultura vi si confronti. In questo caso lo fa nel modo più diretto, ovvero mettendo in rete tre mostre localizzate in diverse città europee. A riunirle sotto un unico ombrello è il progetto «Physics as a cultural heritage» (La fisica come patrimonio culturale), inserito nell’ambito degli eventi legati al 2005 come Anno Mondiale della Fisica e patrocinati dall’Unesco.
Milano è una di quelle città. Al Museo Astronomico di Brera (via Brera 28, nei locali dell’Osservatorio) prende il via oggi la mostra «Galileo - Messaggero della Nuova Scienza», organizzata dall’Istituto di Fisica Generale Applicata. Le altre esposizioni riguardano il grande astronomo Tycho Brahe, all’omonimo museo di Ven (Svezia) e Giovanni Keplero, all’università Karl Franzens di Graz (Austria). L’obiettivo dell’appuntamento milanese, che durerà fino al 31 gennaio, è divulgativo nella migliore accezione del termine: quella che fonde nel racconto storico gli appigli necessari per capire la portata degli eventi. «Non vogliamo parlare solo di fisica e astronomia, ma spiegare l’impatto che hanno avuto sulla società», dice Pasquale Tucci, ordinario di Storia della fisica in Statale e curatore, tra gli altri, della mostra. Un impatto decisivo, essendo Galileo figura centrale di quella rivoluzione scientifica che nel XVII secolo sostituì Tolomeo e Aristotele con Copernico e Newton.
Quel passaggio epocale è analizzato, quindi, sulla base delle teorie elaborate dallo scienziato pisano, ma anche attingendo a tutto ciò che contribuì alla sua formazione culturale. Tra le sezioni, per esempio, figurano quelle dedicate al rapporto tra Galileo, l’arte e la musica. E le donne: la madre Giulia degli Ammannati, la compagna Marina di Andrea Gamba e la primogenita, Virginia suor Maria Celeste. Nella prima parte della mostra, invece, sono esposte due collezioni di strumenti legati alla fisica pretelescopica e telescopica, alla meccanica galileiana e, in generale, alla fisica del Seicento. Uno storico della materia, inoltre, mostrerà ai visitatori il funzionamento del moto del pendolo, del piano inclinato, della macchina per la composizione dei movimenti e di quella per il moto parabolico. Quattordici gli strumenti esposti tra cui il quadrante equinoziale universale di Nicolas Bion (Parigi, 1690) e il cannocchiale portatile di Leonardo Semitecolo (1700).

«Gli strumenti in esposizione non sono soltanto quelli del Museo Astronomico - precisa Tucci -, ma vengono da una collezione della Statale. L’obiettivo è di unire le tre mostre europee in una sola, da trasformare in evento itinerante».

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