Per la Galleria Principe Amedeo ieri la riapertura del primo tratto

Valeria Arnaldi

Lunghe attese, chiamate che rimangono senza risposta, inspiegabili silenzi. È il bilancio di un sondaggio a campione effettuato da Fabrizio Santori, consigliere del XVI municipio, sui call center direttamente gestiti o promossi dal Comune di Roma.
A motivare la verifica sono state le proteste di numerosi cittadini per il mancato funzionamento dei servizi. «Si parte proprio dallo 060606 - spiega Santori -, progettato e promosso come un unico gigantesco call center per semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione. Di fatto, il centralone è tutt’altro che unico. Esistono, infatti, numerose linee telefoniche dedicate a diversi problemi, delle quali, però gli operatori del Comune non forniscono i numeri diretti, rimandando chi chiama ai differenti assessorati, che poi dovrebbero provvedere a fornire i contatti. Altro che semplificazione, è uno spreco di energie, tempo e risorse». Fingendosi un semplice cittadino il consigliere ha telefonato ad alcuni call center per un’intera settimana.
Molte le sorprese. «Il Numero per l’Emergenza Alloggiativa - prosegue Santori - non ha mai risposto. La linea risultava addirittura isolata. D’emergenza dovrebbero essere anche le segnalazioni al servizio Ama-Rimozione Siringhe. Nella maggior parte dei casi non ha risposto nessuno. Le rare volte in cui un operatore ha preso la chiamata, è stata necessaria un’attesa media di 15 minuti. Il Pronto Intervento Detenuti, per l’accompagnamento ai servizi socio-sanitari di chi sta scontando una pena o vuole reinserirsi nel mercato del lavoro, non ha funzionato per circa una settimana. Risposta automatica al numero contro la mendicità infantile, al quale i cittadini possono segnalare casi di minori costretti a chiedere l’elemosina, consentendo un rapido intervento della polizia municipale.
Viene pubblicizzata la presenza di operatori qualificati, assistenti sociali, psicologi e avvocati, ma all’altro capo del filo per sette giorni c’è stata solo una segreteria». Oltre al mancato o parziale funzionamento delle linee pubblicizzate, ciò che emerge dal sondaggio è la mancanza di alcuni servizi, rilevanti per la comunità. «Ci sono numeri per tanti tipi di richieste - dice il consigliere -, ma non per quelle quotidiane. Anche i cittadini non affetti da particolari patologie possono avere problemi. Il Comune, però, sembra non tenerli in alcuna considerazione. È stato attivato un numero verde per gay e trans, che offre consulenza legale, psicologica e medica, ma anche informazioni su attività di aggregazione, incontri, volontariato e iniziative varie. Non ne esiste nessuno, però, che venga in ausilio alle giovani coppie o alle famiglie». L’elenco delle «mancanze» è lungo.

«Non esiste un call center - conclude Santori - per raccogliere segnalazioni e lamentele dei commercianti danneggiati dai lunghi ritardi nei cantieri per la realizzazione di opere pubbliche, né per denunciare il degrado o le problematiche inerenti ad asili nido e scuole. Provvedere alla tutela solo di alcuni gruppi e categorie è una strategia pubblicitaria che può far bene all’immagine, ma nuoce alla comunità, creando cittadini privilegiati ed altri di serie B».

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