Da unattendibile ricerca di mercato risulta che solo una minima percentuale di milanesi è stata almeno una volta in vita sua allippodromo del galoppo di San Siro. Un vero insulto al buon senso se si pensa che - al di là del piacevolissimo spettacolo offerto dai purosangue lanciati al galoppo - lippodromo costituisce, senza tema di smentita, il più grande e il più sicuro polmone verde della città, dotato di un parco che non teme paragoni con nessun altro, ricco comè di oltre 70 specie arboree in un giardino botanico dotato complessivamente di un migliaio di specie. Tutte le piante, spesso secolari, appartenenti al parco botanico sono segnalate da targhe che ne riportano la nomenclatura scientifica e volgare e il Paese di provenienza. Se si pensa che, soprattutto nei week end, i milanesi si avventurano in code chilometriche e si espongono ad esborsi notevoli in carburante per fare estenuanti gite per trovare un po di verde, appare ancor più sorprendente che un polmone verde di 150 ettari a quindici minuti da Piazza del Duomo sia ai più sconosciuto.
Erano stati molto lungimiranti i dirigenti della Società per lincoraggiamento delle razze equine (Sire) che istituirono nel 1911 un concorso internazionale per la costruzione di un nuovo ippodromo, destinato nei loro intenti ad avere una risonanza mondiale. Fra i numerosi progetti, provenienti da quasi tutti i Paesi europei e presentati al pubblico con una mostra alla Permanente, la giuria scelse allunanimità (e allora Tangentopoli non esisteva proprio...) quello firmato da Paolo Vietti Violi e da Arrigo Cantoni, due giovani architetti con studio a Milano in via Della Spiga 4. Ma presto Cantoni uscirà di scena, mentre Vietti Violi, formatosi allAccademia di Belle Arti di Parigi, firmerà il progetto esecutivo. Per gli amanti delle curiosità va ricordato che San Siro fu il primo ippodromo di Vietti Violi che, visto il clamoroso successo ottenuto, si specializzerà in impianti ippici, arrivando ad edificarne addirittura una trentina e non soltanto in Italia. Fra questi vanno ricordati il piccolo e bellissimo Mirabello, inaugurato il 22 marzo 1925 nel Parco di Monza e recentemente distrutto da un incendio doloso dopo anni di colpevole abbandono, quello delle Capannelle (1926), di Merano (1935) e allestero quelli di Ankara e Lione.
Iniziati soltanto nel 1914 e sospesi un anno dopo per lingresso dellItalia nella Prima Guerra mondiale, i lavori del nuovo ippodromo vennero ripresi nel 1918, a guerra finita, e portati a termine nel 1920. Limpianto fu inaugurato il 25 aprile e richiamò sulle avveniristiche tribune oltre trentamila spettatori: mai più lippodromo riuscì a superare questo record. I milanesi si trovarono di fronte un capolavoro che li sbalordì: basti pensare che i dirigenti dellippodromo avevano voluto curare i particolari in modo maniacale, affidando il disegno del maestoso parco a Nicola Benois, affermato scenografo del Teatro alla Scala. E i tigli che abbellivano il viale che portava al ristorante erano stati voluti dal conte Emilio Turati, primo presidente della Sire, che se li fece cedere per lippodromo da un suo grande amico, il sindaco Amerigo Ponti. Quei tigli, infatti, circondavano il monumento di Leonardo da Vinci in piazza della Scala, ma il comune aveva deciso di reciderli (i Verdi allora non esistevano...) perchè ostacolavano la visione della statua dellautore della Gioconda. Questo aneddoto ci sembra spieghi in modo esauriente con quale slancio e competenza i dirigenti dellippodromo erano soliti impegnarsi allo spasimo per dare ai milanesi qualcosa di veramente degno della «capitale morale». E seguendo questa tradizione i dirigenti dellippodromo del galoppo di San Siro si impegnarono a mantenere limpianto in condizioni ottimali. La stagione del galoppo meneghino è ripartita mercoledì 14 marzo in un rinnovato ippodromo, al centro di un'operazione di rilancio con l'apertura di nuovi spazi per il pubblico e la progressiva ristrutturazione delle sue palazzine Liberty. Unico ippodromo al mondo, nel 2004 San Siro è stato dichiarato monumento nazionale. Il restyling conservativo delle sale della Palazzina del Peso, la sostituzione delle mura con una recinzione in ferro che riprende i disegni originali, il potenziamento della grande fontana all'ingresso, oltre alla nuova regia televisiva con 18 telecamere poste lungo il percorso di gara e alla sistemazione delle spazio scommesse dotato di 60 nuovi schermi al plasma e Lcd, puntano a riportare l'ippodromo agli antichi splendori e far rivivere il galoppo anche oltre gli eventi prettamente sportivi.
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