Gancia, lo spumante ha tante età

Se c'è un nome storicamente legato alla spumantistica italiano è Gancia. Era il 1850: Carlo Gancia fondò con il fratello Edoardo a Canelli, in Piemonte, tra le Langhe e il Monferrato, la Fratelli Gancia. L'idea era quella di adattare all'arretrato comparto vitivinicolo italiano tecniche e ambizioni francesi apprese durante un periodo trascorso da Piper Heidsieck. Il progetto si realizzò nel 1865 con la nascita del primo spumante italiano, realizzato con uve Moscato rifermentate in bottiglia.

Oggi Gancia continua a produrre spumanti metodo classico di alta qualità, con ben cinque etichette che danno corpo a un progetto molto ben delineato: l'idea è quella di cuvée con differenti tempi di affinamento (che avviene nelle storiche cantine aziendali riconosciute dal 2014 come patrimonio dell'umanità Unesco) a creare una tavolozza di prodotti, sensazioni e abbinamenti. Partiamo dai due «18 mesi», Brut da uve Chardonnay e Pinot Nero nella versione classica e rosé. Due vini da aperitivo e antipasto, dal naso netto e fruttato e dalla bocca piena e sapida. La Cuvée 24 mesi è un Asti docg metodo classico da uve Moscato che si propone come un'interpretazione assai elegante e ambiziosa del classico spumante da dessert, quello che va correttamente abbinato alla pasticceria secca o al panettone, contrariamente a quanto si fa spesso accostando al dolce bollicine secche.

Le ultime due Cuvée appartengono alla docg Alta Langa, un progetto che puntando sulle caratteristiche uniche del terroir e sui vitigni di Chardonnay e Pinot Nero, ha creato negli ultimi anni un nuovo distretto spumantistico di alta

qualità in Italia. La Cuvée 36 mesi ha profumi di vaniglia e frutti maturi e un gusto pieno ed equilibrato. La Cuvée Riserva 60 mesi è la più ambiziosa, dalla persistenza quasi infinita. Un'etichetta davvero da ricordare.

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