«Vergogna, vergogna, vergogna». Lo hanno gridato fino a perdere il fiato i genitori dei 190 pazienti con gravi disabilità neuromotorie, assistiti a Villa Fulvia. Lo hanno urlato per ore, sperando che la voce raggiungesse le finestre degli «uffici che contano», nella sede del consiglio regionale.
Al coro di protesta dei familiari dei bambini che usufruiscono del servizio di riabilitazione, ieri mattina si sono unite anche le rimostranze dei dipendenti dellex Ikt, circa 130 operatori, che ora rischiano di perdere il posto di lavoro. La vicenda della clinica privata di via Appia Nuova, a Quarto Miglio, sembra non aver fine. Nel 2006, infatti, i bimbi affetti da gravi forme di autismo e disabilità erano approdati qui dopo la chiusura dellex Ikt, in seguito allo scandalo «Lady Asl» che aveva travolto la Rm/B. Una decisione dettata ai vertici della clinica dalla Regione Lazio, che aveva insistito per garantire continuità assistenziale e riabilitativa a questo gruppo di pazienti.
Così la clinica aprì il servizio di neuropsichiatria infantile, con 130 operatori, che tuttoggi funziona a meraviglia e offre il tipo di prestazioni migliori più adatte a questi bambini, affetti da patologie gravi. Ora, però, il decreto regionale 99/09 rischia di annullare tutto: non prevedendo adeguati finanziamenti per il servizio lo sta traghettando verso la chiusura.
«Garantisce solo il 10 per cento dei fondi che servono per lanno 2010 - sottolinea il dottor Pierangelo Bianchi, responsabile del servizio -. Bisogna accreditare la Neuropsichiatria infantile ex articolo 26 della legge 833/78. Altrimenti non potremo più garantire continuità terapeutica ai 190 bambini che abbiamo in cura e tra laltro un centinaio di specialisti tra psicologi, medici, fisiatri e assistenti sociali rimarranno senza lavoro». Nonostante il parere favorevole della Asl Rm/B, infatti, non è mai arrivato neanche laccreditamento provvisorio. Come se non bastasse, ci sono già 900 bambini in attesa solo nella RmB e le liste sono sature, quindi i 190 di Villa Fulvia non troverebbero posto nemmeno in altre strutture.
«A nulla sono servite le nostre richieste fatte ai vertici della Regione per ottenere il diritto alle cure dei nostri cari - denuncia il Comitato di coordinamento dei parenti dei malati - e per i nostri figli non ci sarà posto altrove, perché non esistono sul territorio cliniche come questa, capaci di occuparsi di patologie così gravi. O al massimo saranno numeri in unimprobabile lista dattesa. La cosa più triste è che il commissario straordinario per la Sanità Elio Guzzanti a novembre aveva preso con noi un impegno formale, promettendo un intervento nel giro di una settimana per sistemare la situazione. Invece le rassicurazioni non sono servite e stiamo avvicinandoci al punto di non ritorno».
Come se non bastasse, ieri il consiglio regionale è saltato. Ma le proteste delle famiglie e degli operatori di Villa Fulvia forse sono servite ad aprire un nuovo spiraglio.
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