Passato alla storia come uno dei più abili condottieri militari, Giuseppe Garibaldi si distinse però, come indomito combattente, oltre che sul campo di battaglia anche sul talamo. Noto «tombeur de femmes», innumerevoli le sue conquiste, conobbe però su questo infido «teatro di guerra» una cocente sconfitta da Giuseppina Raimondi. Invaghitosi della ragazza, riuscì a convincerla a sposarla dopo sei mesi di serrato corteggiamento. I due convolarono a nozze il 24 gennaio 1860, ma l'unione durò un'ora sola. Subito dopo la cerimonia infatti uno dei numerosi amanti della giovane, gli presentò prove inconfutabili delle sue numerose relazioni, alcune protratte fino pochi giorni prima del matrimonio. La fedifraga, interrogata, non smentì le accuse e Garibaldi la ripudiò immediatamente, iniziando le pratiche di separazione, concluse solo nel 1880.
Garibaldi nel corso della sua vita, si comportò infatti con altrettanto ardore sui campi di battaglia e nell'alcova. La più celebre, e celebrata, relazione fu indubbiamente con la brasiliana Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, detta Anita, che il nizzardo conobbe nel 1839 quando lui aveva 32 anni e lei 18. Narra la leggenda che l'avrebbe vista attraverso un cannocchiale mormorando tra se: «Deve essere mia». Il loro matrimonio, da cui nasceranno quattro figli, durò fino al 4 agosto 1849, quando la donna morì nei presi di Ravenna.
In seguito, Garibaldi frequentò la nobile inglese Emma Roberts, la contessa Maria Martini della Torre, Paolina Pepoli, nipote di Gioacchino Murat, la baronessa inglese Maria Esperance von Schwartz. Da Battistina Ravello, sua cameriera a Caprera, l'eroe ebbe 1859 una figlia, Anna Maria Imeni, detta Anita. La bimba avrà come balia Francesca Armosino, che nel 1865 divenne la sua nuova amante e madre di altri tre figli. In questo tourbillon di sottane, nel giugno 1859 aveva però fatto la sua comparsa anche Giuseppina Raimondi, allora 18enne. Figlia illegittima del marchese Giorgio Raimondi Mantica Odescalchi, fervente patriota, seguì il padre nel suo esilio svizzero, partecipando poi attivamente alle lotte per l'indipendenza italiana. Era una donna di grande temperamento che dimostrò anche avviando una vorticosa giostra di amanti. E forse anche per questo rifiuto la serrata corte dell'eroe iniziata nel giugno del 1859 quando gli apparve «come una visione». In particolare, in quel periodo la giovane frequentava due giovani garibaldini: il tenente Luigi Caroli e il maggiore Carlo Rovelli. Dopo aver a lungo rifiutato le proposte di matrimonio, la Raimondi nel 1860 accettò inaspettatamente la proposta di matrimonio. Il nizzardo la raggiunse nella sua villa di Fino Mornasco e il 24 gennaio avvenne la cerimonia. Subito dopo però si presentò il maggiore Rovelli che presentò a Garibaldi la lista dei tanti amanti della donna, con cui aveva intrattenuto relazioni fino a pochi giorni prima del matrimonio. Il generale chiamò «a rapporto» la sposina che senza tanto imbarazzo confessò tutto e venne immediatamente ripudiata.
Le strade dei coniugi si divisero. Garibaldi tornò a Caprera dove iniziò l'ultima relazione della sua vita, appunto con la Armosino, mentre Giuseppina Raimondi continuò a collezionare amanti. Fino a quando nel 1880 la loro unione venne dichiarato nulla.
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