Gas, nessuna emergenza E i consumi sono in calo

Scajola: «Il governo è comunque pronto a bloccare le esportazioni di elettricità»

da Milano

L'emergenza gas è sotto controllo, ma se necessario il governo è pronto a ricorrere a misure in extremis, come la limitazione delle esportazioni di energia elettrica. «Non vogliamo rischiare di non avere elettricità e riscaldamento e per fare questo - ha sottolineato il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola - andremo ad utilizzare gli stoccaggi e le riserve strategiche necessari in questa fase». Quanto alla privatizzazione di Snam Rete gas, «abbiamo concordato con una legge finanziaria lo spostamento del termine dal 2007 al 2008», ha ribadito il ministro.
L’allerta comunque rimane, anche se, complici le temperature miti di questi giorni, i consumi stanno già calando. E non di poco. Ieri - ha reso noto Snam Rete gas - la domanda alla società (che copre la quasi totalità della richiesta italiana) si è attestata a 336 milioni di metri cubi di gas: un fabbisogno che non avrebbe praticamente comportato il ricorso alle riserve. L’Italia - secondo i dati disponibili - importa infatti 300 milioni di metri cubi al giorno, mentre altri 36 milioni di metri cubi al giorno arrivano dalla produzione nazionale. E i 336 milioni chiesti ieri sono ben inferiori agli oltre 400-440 milioni di metri cubi di richiesta registrata nelle scorse settimane. Del resto, secondo fonti di settore, già l’anno scorso si è fatto ricorso alle riserve strategiche per 880 milioni di metri cubi. Ma nel 2005 l’emergenza si è determinata circa un mese e mezzo più tardi rispetto ad oggi.
E sul tema è intervenuto anche il presidente del Consiglio, in riferimento alla «questione Russia»: «Credo che ci sia stato un comportamento assolutamente corretto da parte di Gazprom e in particolare del presidente Putin» ha detto Silvio Berlusconi in un’intervista al gruppo Class.
L’Italia ha dunque reagito bene all’allarme: nel medio-lungo periodo sono però molti gli interventi da fare.

Lo sostiene l’ad dell'Enel, Fulvio Conti, ricordando che occorre diversificare le fonti, perché da una dipendenza assoluta dal petrolio si rischia ora di passare ad un’altrettanto assoluta dipendenza dal gas. L’Italia invece dispone di altre fonti, prima di tutte il carbone: «Se avessimo avuto Civitavecchia a carbone non avremmo avuto la crisi», ha sottolineato Conti.

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