Londra - Si è concluso con l’assoluzione il processo a una donna accusata di tentato omicidio per aver assistito la figlia, gravemente malata, nel suicidio. Bridget Kathleen Gilderdale, 55 anni, di Stonegate, East Sussex, aveva ammesso esplicitamente di aver aiutato la figlia 31enne, Lynn Gilderdale, nel desiderio di mettere fine ai suoi giorni, malata da 17 anni di una forma devastante di encefalomielite mialgica (sindrome da fatica cronica), che la costringeva a letto, paralizzata e incapace anche di autoalimentarsi. La giovane donna è stata ritrovata morta nel suo letto il 4 dicembre scorso.
La sentenza Dopo la pronuncia del verdetto della giuria, il presidente del tribunale ha dichiarato: "Solitamente non commento i verdetti delle giurie, ma in questo caso la decisione, se posso dirlo, dimostra buon senso, pudore e umanità, un aspetto fondamentale in casi di questo genere. Non vi è alcun dubbio - ha continuato il giudice rivolto all’imputata - che lei fosse una madre devota e amorevole e che abbia agito nell’unico interesse di sua figlia". Il presidente del tribunale ha anche chiesto spiegazioni al procuratore, Sally Howes, per quale ragione "abbia ritenuto di interesse pubblico un processo" e non abbia lasciato cadere il caso in fase istruttoria, dopo l’ammissione della propria "colpa" da parte della donna.
Per l’altro capo di imputazione che pendeva sulla donna, quello di aver assistito nel suicidio la figlia con un overdose di morfina, la signora Gilderdale è stata condannata a 12 mesi con la condizionale, la pena più lieve che la corte potesse infliggerle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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