Il genio bifronte di Herbie Hancock ex fanciullo prodigio e icona del jazz

Il Teatro degli Arcimboldi ospita domani sera (ore 21) il sestetto del celebre pianista Herbie Hancock. Con lui collaborano Terence Blanchard tromba, Gregoire Maret armonica, Lionel Loueke chitarra, James Genus basso, Kendrick Scott batteria. Il concerto fa parte di una breve tournée italiana che ha già toccato Bologna il 7 novembre scorso e si concluderà a Roma il 26. Dire che l'avvenimento è importante è un'ovvietà. Hancock, nativo di Chicago, 68 anni compiuti in aprile, oltre che pianista è tastierista (così scrivono le enciclopedie: significa che usa anche il piano elettrico e i sintetizzatori), è pregevole compositore, cantante assai meno pregevole, autore di colonne sonore cinematografiche - fra cui quella di Blow Up di Michelangelo Antonioni, 1966 - e ha dato buona prova anche come attore nel film «Round Midnight» di Bertrand Tavernier (1986). Ma il fatto essenziale, per capire bene chi egli sia, è che Hancock, dopo aver cominciato a sette anni lo studio del pianoforte, a undici era solista nella Chicago Symphony Orchestra come fanciullo prodigio per interpretare il Concerto in re maggiore K40 di Mozart e il Concerto Brandeburghese n.2 di Bach. Durante l'adolescenza si appassiona al jazz ascoltando i dischi di Oscar Peterson e di George Shearing. Inizia a praticarlo e con la stessa disposizione per la musica - per qualunque musica - brucia le tappe. Fra il 1962 e il 1963 licenzia per la Blue Note tre dischi (Takin' Off, My Point Of View, Inventions And Dimensions), nei quali presenta composizioni eccellenti - una, Watermelon Man, è tuttora eseguita con frequenza non soltanto da lui - e suona il piano jazz come un veterano del mestiere. Soprattutto, ha uno stile originale, un fraseggio e un suono immediatamente riconoscibili: sono caratteristiche proprie dei grandi del jazz che mantiene anche quando, dopo un sodalizio con Miles Davis alla fine degli anni Sessanta, si farà tentare non di rado dal piano elettrico, dal jazz-rock e da qualche scivolone nell'entertainement.

E' un volto bifronte che Hancock - la cui statura artistica, ripetiamo, è fuori discussione - mantiene tuttora. Ne fanno fede i suoi cd, equamente divisi fra le due tendenze, compreso l'ultimo album cd-dvd Then And Now, che è una sorta di riepilogo. Quale dei due Hancock toccherà a Milano?

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