(...) E la cosa più triste è che tutto ciò venga insegnato, sotto l'egida del Comune, dai nonni ai bambini. Tutto avviene nell'ambito del progetto «Il racconto infinito: la fontana dei nonni», una raccolta di brevi brani scritti e raccontati dagli anziani sestresi per i bambini delle scuole elementari. L'iniziativa della struttura polivalente socio-sanitaria «Le Palme» e del centro diurno «Il Faro» ha trovato la benedizione di associazioni ed enti pubblici, soprattutto quella del Comune di Sestri Levante, dell'allora assessore (oggi sindaco) Valentina Ghio. E ha portato avanti per tutto l'anno un progetto che vedesse la partecipazione dei bambini e degli anziani per tramandare esperienze, per unire le diverse generazioni anche attraverso la rappresentazione artistica dei racconti fatti dai «nonni».
Tutto molto bello, vissuto con entusiasmo anche dai «nipotini» acquisiti, se non fosse che - ovviamente - il progetto prevedeva anche l'immancabile messaggio politico, sotto forma di tristi storii di guerra. Anche nell'opuscolo che ha raccolto il meglio del lavoro svolto, c'è una pagina dedicata al racconto di nonno Mario e alla sua «Storia di un partigiano». Poche righe ma sufficienti a tramandare il peggior messaggio negativo, di odio tra popoli. «Ricordo la battaglia di Carro - scrive l'anziano - e quella del forte di Bardi in provincia di Parma, dalla cui altezza vedevamo arrivare i tedeschi. Ricordo nel '43 di un tedesco che disarmai, portai nel bosco e uccisi». Ecco, un tedesco, quindi un nemico da odiare, da uccidere non al limite in battaglia. Ma da uccidere a sangue freddo, dopo averlo disarmato e portato nel bosco. Per capire l'effetto che queste memorabili gesta da tramandare ai posteri con orgoglio hanno fatto sui ragazzi, basta rileggere cosa scrive l'animatrice del progetto, Loredana Taliente, nella prefazione: «La bellezza e l'importanza di questi incontri si potevano leggere negli occhi attenti e pieni di stupore, sorpresa e meraviglia dei bambini che seguivano la narrazione e la rielaboravano dentro di sé».
Il messaggio di odio, insomma, è passato. È stato tramandato. Pace, amicizia, tolleranza, rispetto, fratellanza tra i popoli valgono solo se non urtano l'argomento resistenza e partigiani.
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