Il Comune di Casarza detta le regole per gli immigratiDibattito infuocato

Oltre le distanze partitiche. Il consiglio comunale di Casarza Ligure trova un punto d'incontro nello «Ius Soli temperato». La mozione, presentata dall'opposizione ed emendata dalla maggioranza, passa all'unanimità. Un impegno che verrà trasmesso in Parlamento e che contiene alcuni punti fissi: la cittadinanza italiana ai figli nati in Italia da genitori stranieri potrà essere concessa solo se almeno uno dei due è regolarmente residente da non meno di cinque anni. Ma non solo: i ragazzi arrivati in Italia da bambini o da adolescenti e figli di cittadini non italiani, ma regolarmente residenti, potranno ricevere la cittadinanza qualora abbiano compiuto nel nostro Paese un ciclo scolastico di almeno cinque anni. Tutti d'accordo, seppur con qualche polemica: «Avete fissato troppi paletti, sembra abbiate paura di un'invasione», lamenta il consigliere di opposizione Daniele Raffo. Alla fine c'è il via libera, ma la pace dura fino alla discussione sulle aliquote Imu decise dall'amministrazione di Claudio Muzio, ripresosi dall'infortunio al ginocchio dell'ultimo consiglio comunale. La maggioranza tutela la prima casa: i casarzesi pagheranno infatti il 4 per mille, a fronte dell'aliquota base del 4,6; sulle abitazioni costruite dai genitori e date in comodato gratuito ai figli, o viceversa, l'aliquota sarà del 5,7 per mille, ben più bassa del 7,6 fissato dallo Stato. La stangata arriverà però sulle case affittate, 9 per mille, e sulle seconde case sfitte, 10 per mille.

«Il principio è stato quello di non andare ad aumentare la pressione fiscale laddove non ci sia un reddito», spiega il primo cittadino. Dall'opposizione, che vota contro, arriva la richiesta, respinta, di una revisione in basso delle aliquote soprattutto sulla prima casa.

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