Corsi di sicurezza nelle scuole pericolose

Corso di sicurezza obbligatorio per insegnanti, ma le scuole non sono a norma. Tutti i docenti di ogni ordine e grado sono costretti da una delibera ministeriale a frequentare dei corsi per la sicurezza. Poi però devono lavorare in strutture che cadono a pezzi, non hanno spazi adeguati, hanno strutture obsolete e bagni non igienicamente idonei.
Otto ore a parlare di arredi a norma, responsabilità scolastiche, primo soccorso, sicurezza in caso di alluvione o terremoto e così via.
«Peccato che nelle nostre scuole nulla è a norma», dicono molte maestre. Gli armadietti dovrebbero essere «inchiodati» al muro in modo che non si possano spostare. Tutti si chiedono qual è la scuola che li ha. I bagni dovrebbero avere porte, antibagno e bagno per gli handicappati. «Noi abbiamo ancora i bagni alla turca - dice una docente della elementare Da Passano - non ci sono le porte e gli sciacquoni non funzionano». Inoltre non c'è posto per appoggiare i rotoli di carta igienica per cui i bimbi sono costretti ad andare con gli «strappini» di carta nella tasca del grembiule.
A seconda dell'età, poi, docenti e personale Ata non possono sollevare più di quindici venti chili. Per cui alla elementare «Giano Grillo» i bidelli si sono rifiutati di spostare i banchi da una classe all'altra per troppo peso. Così in una scuola dove si è costretti a ruotare perché in prima e seconda i banchi sono ancora bassi come quelli della scuola dell'infanzia e cambiano dalla terza, non sarà più possibile per gli insegnanti cambiare aula.
Senza parlare delle scale interne delle scuole più «vetuste» della città. Non hanno l'antiscivolo, gli ascensori non sono a norma, le porte si aprono al contrario e le maniglie sono pericolose.
E ancora. «I termosifoni sono di ghisa - aggiungono in coro - delle palestre con parquet che si alzano, e in cui ci sono degli attrezzi pericolosi».
Ma la lista delle «magagne» della scuola allunga il mugugno dei docenti. «Il giardino è un vero disastro - continuano le insegnanti della Da Passano - non lo puliscono mai, le erbacce sono altissime, tutto intorno c'è una recinzione pericolosissima in ferro con degli spunzoni che mettono in grave pericolo l'incolumità dei bimbi che giornalmente escono a giocare. Come del resto i terrazzi».
Per tutti questi motivi, alla scuola «Barrili» di piazza Palermo, le insegnanti si sono rifiutate di portare i propri scolari all'esterno delle mura scolastiche. «Troppi pericoli, non ce la sentiamo di rischiare delle denunce».
Aggiungiamo poi tutti i fili scoperti, soprattutto nelle aule dove sono state collocate le nuove e modernissime Lim, le lavagne multimediali che però hanno delle connessioni elettriche veramente da terzo mondo. Secondo le nuove norme di sicurezza niente carta nelle scuole. Peccato che ci sono aule dove sono accatastati cartelloni, scenografie di teatro, libri e guide. «Niente di tutto questo dovrebbe essere presente negli edifici scolastici - tuonano dai corsi sulla sicurezza da un plesso all'altro sotto la Lanterna».
E mentre i docenti sono costretti a sopportare ore di corso, a sudare freddo al pensiero di vivere in una realtà non sicura, dal Comune nessuno si muove. Anche gli armadietti delle infermerie sono vuoti, non c'è più il medico scolastico. Se un bambino si fa male non ci sono cerotti o ghiaccio secco, a meno che i genitori non li comprino.

E così dirigenti e docenti scrivono lettere e lettere che rimangono nei cassetti di Tursi assolutamente inascoltate. Disgrazie annunciate che, solo che fino a quando non si saranno tristemente concretizzate, nessuno interverrà.

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