Gasp! Che riconoscenza i tifosi genoani

Se è vero che la gratitudine è un sentimento che invecchia presto (Aristotele), questo non vale per i tifosi genoani che sabato sera tributeranno a Gian Piero Gasperini l'accoglienza che si merita. Quasi due anni dopo l'esonero, il tecnico rosanero torna per la prima volta a Genova da avversario. Chissà magari per l'emozione Gasp si siederà sulla panchina sbagliata. Quella più vicino alla gradinata Nord. Che non lo ha certo dimenticato ed è pronta ad accoglierlo con un applauso speciale. «Se la riconoscenza è di questo mondo, per Gasperini sabato sera ci deve essere una standing ovation perché era dai tempi di Franco Scoglio e di Osvaldo Bagnoli che non vedevamo giocare il Genoa così bene - dice Luca di Sestri Ponente -. Ricordi belli? Tanti, ma in particolare il derby dei 3 gol di Milito e quello del 3-0 firmato Milanetto, Rossi e Palladino. Vedere i tifosi della Samp andare via a un quarto d'ora dalla fine è una cosa che non ha prezzo». Lo stesso che il super tifoso pagherebbe pur di rivedere Gasperini sulla panchina rossoblù: «Quando l'ho visto a Pegli alla commemorazione di Fabrizio Gorin, l'avrei rapito come hanno fatto i bravi con Lucia. Poi certo aveva la sua testa e su qualche giocatore s'impuntava. Ma quali allenatori non lo fanno?», si domanda Luca iscritto di buon diritto al partito delle «vedove di Gasperini». Il tecnico piemontese ne ha lasciate molte. «Vorrei che tornasse - ammette Andrea del club Bonilauri mentre assiste all'allenamento del Genoa -. Gasperini ci ha fatto vivere quattro anni e mezzo alla grande. I derby, ma non solo. Gasperini non era un farfallone, di quelli che promettono e non mantengono. Lui non prometteva mai nulla, ma i risultati poi arrivavano lo stesso». Sulle gradinate del Signorini non è facile trovare chi la pensa diversamente. Qualcuno però c'è. «Io non vorrei che tornasse - dice Angelo B.- Nessuno nega che ci abbia fatto vedere del bel calcio, però aveva anche dei buoni giocatori. E tanti altri li ha "bruciati". Nocerino, Floccari, Di Vaio, Acquafresca. Boateng invece non gli andava bene. Gasperini era un integralista, penso si possa dire. Dopo Genova non ha fatto bene»
. Mentre Angelo parla, chi gli sta accanto scuote la testa. «Era dai tempi di Verdeal che non vedevo giocare il Genoa così bene - sbotta Armando Campidelli 87 anni portati alla grande -. Non a caso è stato uno degli allenatori che è rimasto più a lungo sulla panchina rossoblù. Sinceramente mi è dispiaciuto che sia andato via. E sarei felice se ritornasse. Nella mia personale classifica viene subito dietro a Osvaldo Bagnoli». Con Gasperini il signor Armando aveva un feeling particolare: «Quando il Genoa si allenava a porte chiuse qualche volta mi è capitato di chiedere a Gasperini di farmi vedere l'allenamento lo stesso. "Mister io vengo da Pontedecimo, mi faccia entrare". Lui sorrideva e poi ci faceva entrare». Flavio Fedeli è sulla stessa linea: «Gasp ha lasciato un buon ricordo sia come allenatore sia come persona. Certo qualche errore lo ha fatto, ma tutti li fanno. Gasperini ci faceva divertire indipendentemente dal risultato. Quando il Genoa andava in svantaggio io non mi preoccupavo. Mica come l'anno scorso...».
«A Gasperini non possiamo che dire grazie - aggiunge il diciassettenne Nicolò insieme ai coetanei Daniele ed Erika -. Il ricordo più bello? La vittoria sulla Juve con il gol di Palladino. Gasp è un grande uomo e un grande mister, sabato però deve perdere. Il Palermo mi sembra poca cosa». Scongiuri autorizzati.
Sugli spalti di Pegli non tutti rimpiangono il tecnico piemontese. Anzi c'è chi non gliele manda a dire. «Quando è andato via secondo me era finito un ciclo - racconta Francesco di Molassana -. Io non l'avrei ripreso adesso al posto di De Canio. Il calcio più bello il Genoa di Gasperini lo ha espresso quando c'erano grandi giocatori come Milito e Thiago Motta. Quell'anno ci siamo divertiti. Poi però è iniziato il calo. Con Gasperini molti attaccanti ci hanno lasciato le penne, da Crespo a Toni. I suoi commenti nel dopo gara erano spesso discutibili soprattutto quando il Genoa perdeva. Insomma per me se ne può stare dov'è». Anna Maria Bertoni non la pensa così: «Sinceramente lo rimpiango.

Io a quei tempi mi divertivo e mi entusiasmavo. Adesso un po' meno anche se il Genoa è sempre il Genoa. Poi Gasperini era coerente nel portare avanti le sue idee, nel bene e nel male». Visti i risultati a Genova, più bene che male.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica