(...) del movimento civico «Liguria Moderata», chiama a raccolta i genovesi, insieme all'ex consigliere provinciale Massimo Pernigotti. Insieme erano già stati a Roma, nell'ottobre scorso, davanti all'Ambasciata dell'India, per esporre uno striscione accusatorio: «Giù le mani dai nostri soldati». Ora vogliono organizzare qualcosa di più forte, insieme a tanti concittadini. «Stavolta sono pronto a cementarmi lì - tuona Cambiaso -. Sono un cittadino che paga le tasse, ho diritto a urlare tutta la mia indignazione. Ma prima facciamo questa manifestazione a Genova. Sperando che non ci siano problemi di permessi. Anche perché le leggi, se valgono, devono essere rispettate sempre. E chi non le ha rispettate, stavolta è stato questo governo indegno».
Certamente quelli che raccontavano la barzelletta di un Monti che aveva ridato dignità internazionale all'Italia ora forse si sono nascosti per la vergogna. Ma di fronte all'incredibile scelta dell'esecutivo, cosa si può fare? «Qualsiasi cosa sia nelle nostre possibilità - assicura il leader di Liguria Moderata -. Inizieremo a radunarci, raccoglieremo firme. Poi le manderemo a quel capo dello Stato che è anche capo delle forze armate e che pure non ha difeso i suoi uomini. Le manderemo al governo indiano, che dovrebbe solo tacere». La manifestazione è in fase di preparazione e gli organizzatori vogliono fare presto, entro questa settimana. Dovranno verificare la possibilità di farla in una pubblica piazza, o al coperto per garantire l'evento anche in caso di probabile maltempo. E a questo punto si porrebbe il problema di trovare uno spazio adeguato. Perché Cambiaso non ha dubbi: «Saremo tantissimi, vedo anche su facebook che c'è enorme indignazione contro il nostro governo - spiega -. Spero che i giornali ci diano una mano per far sapere in giro questa cosa. Siamo disponibili ad accettare contributi di chiunque per organizzare al meglio l'evento, perché l'obiettivo è quello di far sentire la voce di Genova».
Già, facebook è uno dei mezzi di comunicazione che più sta funzionando su questa vicenda. E Cambiaso lo ha già usato pesantemente. «Sul profilo del ministro Terzi ho scritto: Vigliacco. Lui me lo ha cancellato e io l'ho riscritto, aggiungendo: Perché lo hai cancellato? - racconta l'imprenditore -. Si è limitato a cancellarlo ancora. Ma qui non ci rendiamo conto che l'India ci ha dichiarato guerra. Il blocco di un ambasciatore è una dichiarazione di guerra e noi ci siamo calati le brache. Non contiamo nulla, l'Europa ha fatto spallucce, l'Onu ha dimostrato ancora una volta di non contare nulla. Facciamo da soli: dimostriamo all'Europa che non esistiamo solo quando dobbiamo pagare le tasse. Andiamo a controllare tutti gli indiani che ci sono in Italia e gli irregolari rispediamoli a casa. E alle aziende italiane che lavorano in India usando quella manodopera a basso costo, iniziamo a dire di vendere solo sul mercato indiano».
A Cambiaso non manca la decisione.
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