Quel gol che fa saltare il colbacco alla contessa

(...) il paracadute a una Sampdoria in caduta libera. Quattro punti, con 4 gol fatti e 3 subiti, ha conquistato il secondo in 2 partite, traendo il Grifo dal baratro che già gli aveva catturato un piede e mezzo. Poi c'è chi dice che l'allenatore non conta, o conta solo in negativo. Io dico invece - da sempre - che conta mediamente al 25% sia in positivo sia in negativo, tant'è che tra Delio Rossi e l'apprendista Ferrara è ballato un 50%, e un 50% è ballato tra Ballardini e la sciagurata parentesi Malesani, Marino, Malesani, De Canio, Del Neri che - succedendogli - lo ha preceduto.
Dice che la Sampdoria ha giocato una brutta partita nell'Arena del Toro, pseudocorrida fondamentalmente noiosa, ma qui si tratta di salvare la pelle e dunque bisogna badare in primis al punto saldamente preso, buono per Ventura e ottimo per Delio Rossi. Dice che il Genoa - avendo la fortuna di incontrare una Lazio allegra per via di Coppa Italia e priva della coppia difensiva centrale Biava-Dias, del genio Hernanes e del jolly Candreva - dopo un gran primo tempo ha patito un allarmante calo nella ripresa. Ma quel rabbioso finalone vincente a coltello tra i denti e cuore in mano ha lampantemente dimostrato l'autorevolezza del comando di Ballardini.
A chi fa lo schizzinoso col nasetto all'insù realisticamente ricordo che a 15 tappe dal traguardo, 45 punti in palio, la serie A è divisa in due netti tronconi da 10 squadre. In quello di sinistra, in 2 (Juve e Napoli) si giocano lo scudetto e altre 4 (Lazio, Milan, Fiorentina e Inter) sono in corsa per un posto ai preliminari di Champions e 2 posti in Europa League e le restanti 4 (Catania, Udinese, Roma e Parma) stanno chiedendo al limbo la cifra del loro rispettivo valore pragmatico-spettacolare in vista della prossima stagione. Mentre in quello di destra c'è un subbuglio che va dal discreto respiro di Torino, Chievo, Atalanta, Bologna, Sampdoria e Cagliari al ritrovato entusiasmo del Genoa alla disperazione dei 3 (Pescara, Siena e Palermo) che stanno patendo l'acre odore di bruciato, ma non intendono alzare bandiera bianca.
Ecco perché, badando a noi, ci intriga il turno di domenica prossima in cui guai se Pescara e Siena andassero oltre il pareggio rispettivamente a Palermo e a Bologna. Ma soprattutto speriamo di rivedere a Marassi una Sampdoria con un Palombo risanato dalla colica renale; una squadra cui basti ritrovare Obiang, con l'opportuna staffetta Eder-Sansone, per giocarsela gagliardamente alla pari con la Roma.

E contiamo di vedere a Parma un mezzogiorno di fuoco rossoblù in cui i giganti del trio di difesa confermino la solidità del baluardo a protezione di Frey; in cui i devastanti cingoli di Kucka e l'oculata abnegazione dei Rossi, dei Bertolacci, dei Rigoni a conforto della sanguigna regia di Matuzalem concorrano a supportare il gran momento di Borriello condito, di testa e di piede a spese di Juve e Lazio, da due sontuosi gol. Se poi pure Immobile facesse un fischio e scendesse dal commode, non sarebbe male.

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