(...) nella palude del calcio il Vecchio Balordo amico di tutte le sciagure dovrebbe superarsi. Nelle ultime 5 partite in programma, 15 punti in palio, dovrebbe impegnarsi con tutte le debolezze a propria disposizione per riuscire a battere il record mondiale degli autogol stabilito due anni fa dai suoi sciagurati «cugini» in pedata.
Gli avversari del Siena si chiameranno Roma, Catania, Fiorentina, Napoli e Milan: di quanti punti vogliamo giudiziosamente accreditare la squadra di Iachini? Diciamo 5, stando larghi? Conclude a 35. Gli avversari del Palermo si chiameranno Inter, Juventus, Udinese, Fiorentina e Parma: ai pretoriani del funambolico Zamparini guidati dal furibondo Sannino vogliamo concedere la chance di 6 punti? Finiscono a 35. Dopo aver battuto fino al mal di testa il tasto di quota 40, giunti in vista del rush finale ci accorgiamo che per salvare la pelle potrà bastare arrivare a 36. E allora, Vecchio Balordo, se non raccogliessi almeno un punto a casa del Chievo in festa, 3 a Marassi a spese del fuori concorso Pescara, uno a casa Ventura con un Torino che - non ho dubbi - sarà reduce dall'essersi assicurato il punto salvezza nel derby con la Juve, uno (o magari 3) al Ferraris contro l'Inter spuntata e uno a Bologna in occasione della Fgr (Festa Globale Rossoblu), vorrebbe dire che l'hai fatto apposta e verresti annegato «coram populo» nella vasca di piazza De Ferrari. Orsù dunque, miei prodi, serenamente a pance in dentro e petti in fuori.
Eppoi? Ribadisco il concetto espresso martedì scorso. L'attuale organico del Genoa, frutto delle mille rivoluzioni di Preziosi, obiettivamente vanta sulla carta non più di 12/13 giocatori da effettiva serie A: Frey, Granqvist, Portanova, Manfredini, Moretti, Antonelli, Kucka, Matuzalem, Vargas, Bertolacci, Borriello, Floro Flores; cui aggiungo ovviamente Immobile, che se ben condotto sta forse ai primi posti. Se però si passa dalla carta al campo, per via di prestiti, anagrafe e acciacchi vari quella quota scende addirittura a 7/8. Dato obiettivo di cui il presidente Preziosi dovrà tener conto per operare un'ultima setacciata lungimirante, smettendo il gioco dell'oca che fastidiosamente riparte dalla «rivoluzione».
Sette barra otto è appunto la ragionevole «quota A» dell'attuale organico della Sampdoria (Romero, Gastaldello, Costa, Palombo, Poli, Krsticic e Obiang), che con il largo punto conquistato a Bologna ha ribadito il proprio buon diritto alla salvezza e a giugno perderà l'indecifrabile Icardi in cambio di un fortunatissimo pacco di milioni. Quelli della Sampdoria-base sono peraltro tutti elementi dell'età giusta e di proprietà; cui, prima di privarmene a cuor leggero, aggiungerei precauzionalmente un Maxi Lopez in evidente ripresa, chiedendo al Catania un consistente sconto sul prezzo concordato per il riscatto.
Ecco dunque che, insieme con il più che lodevole progetto di mettere su casa in Fiera, il solidissimo presidente Garrone e i suoi fidati collaboratori tecnici Sagramola e Osti sono attesi a breve dal delicato compito di rimpolpare sapientemente l'organico con sicuri elementi di categoria, in modo da prospettare a Delio Rossi - sperabilmente riconfermato - la possibilità di disputare una prossima stagione di gran lunga meno travagliata e dunque ben più appagante dell'attuale per una delle tifoserie più fedeli e misurate del panorama nazionale.
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