La crisi se la paghino pure i cittadini qualsiasi. Le loro buste paga, i loro registratori di cassa a fine serata, il loro fatturato mensile, possono tranquillamente continuare a svuotarsi per salvare la baracca. Insomma, l’oro alla patria lo diano pure loro. In Regione intanto, ci sono dirigenti che continuano a prendersi premi da decine di migliaia di euro. Oltre al loro stipendio, naturalmente. Tutto nel più pieno rispetto della legge, sia ben chiaro. Il problema è che erano altrettanto legittimi i superstipendi dei funzionari statali che pure il governo ha voluto tagliare per portarli a un tetto massimo in linea con quello del primo presidente di Cassazione. Se si devono fare sacrifici, li devono fare tutti. Non però secondo la Regione Liguria, che continua a dare ricche mance ai suoi dipendenti più pagati.
Tanto per dare subito un’idea delle cifre che ballano, si parla di un dieci per cento in più rispetto allo stipendio.
Cioè, visto che si tratta di emolumenti che si aggirano sui 150mila euro annui, la regalia è qualcosa di più che una pacca sulle spalle e un caffè pagato. Ma il problema è soprattutto un altro. Perché questi dirigenti regionali prendono un premio? Perché si ritrovano a fine anno a incassare 15mila euro di extra? Perché evidentemente raggiungono i loro obiettivi di efficienza. Cioè, fanno benissimo il loro dovere, guidano i rispettivi settori riportando grandi successi. Epperò poi si va a vedere la lista di chi ha ottenuto il superpremio e si scopre che a intascare tanti bei soldi sono stati magari dirigenti di Asl, o dell’Agenzia regionale per la Sanità. E allora viene da chiedersi perché mai la Sanità in Liguria sia al collasso, se i dirigenti hanno raggiunto obiettivi così brillanti. O c’è un sistema sanitario splendidamente efficiente e non se ne riesce proprio ad accorgere nessuno, oppure la valutazione sui premi può essere quantomeno messa in dubbio.
Ed è proprio quello che ha fatto il vice presidente del consiglio regionale Gino Morgillo, che hapresentatoun’interrogazioneurgente al presidente della giunta Claudio Burlando e agli assessori alla Sanità e al Bilancio. «Vorrei sapere come sono state effettuate le valutazioni e da chi- tuona l’esponente Pdl - . Stiamo parlando di cifre consistenti, soprattutto per quanto riguarda i direttori generali delle Asl e dell'Ars. Per questo, anche alla luce della carenza di risorse in Sanità che sta portando al taglio di servizi essenziali per i cittadini, credo che doverosi siano gli approfondimenti del caso ». Approfondimenti che si concentrano soprattutto su un caso, che è anche il piùclamoroso. Morgillo mette nel mirino il premio dato a Franco Bonanni, commissario straordinario dell’Agenzia regionale per la Sanità: «Nello specifico, penso che la valutazione di questo caso meriti una considerazione aggiuntiva visto che chi ha ricevuto il ' premio' è la stessa persona di chi ha effettuato le valutazioni di merito».
Anche in questo caso, è doveroso precisarlo, non c’è nulla che possa gridare allo scandalo a termini di legge. La stessa delibera che stanzia i soldi del premio fa infatti riferimento al «contratto di lavoro sottoscritto dal dr. Franco Bonanniquale Direttore dell'Agenzia Sanitaria Regionale - che prevedeva all' art. 5 che il trattamento economico a lui dovuto potesse essere integrato, ai sensi dell'art. 1 del DPCM 502/95 e di un'ulteriore quota fino al 20% dello stesso sulla base dei risultati di gestione ottenuti e della realizzazione degli obiettivi assegnati ». Quello di dargli l’extra era insomma una possibilità prevista, non un obbligo contrattuale. La scelta se dare il premio e in quale misura, secondo Morgillo però non può essere demandata all’interessato.
Che Bonanni scelga se darsi i soldi e quanti, non appare, come minimo,un gesto chic. Ma d’altra parte neppure quello di dire ai liguri che non ci sono soldi per garantire viste e ricoveri mentre si pagano i premi a chi gestisce la Sanità, probabilmente, è un gran bel gesto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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