Sensibile, da cognome ad aggettivo

Sensibile, da cognome ad aggettivo

(...) «Mi avevano chiesto di abbattere il monte ingaggi». Che era surreale, l'ottavo della serie A con quaranta milioni di euro l'anno e contratti pluriennali da prima Repubblica del pallone. E oggi è sceso vertiginosamente, nonostante rimangano situazioni come quelle raccontate sulla Gazzetta dello sport, con Palombo che è tecnicamente reintegrato, ma praticamente quasi fuori rosa, che prende un milione e mezzo netto l'anno, più di tutti i compagni. Fatto! «Mi avevano chiesto di svecchiare la squadra». Fatto! «E di rinnovare la gestione del settore giovanile». Fatto!
Insomma, il bilancio di Sensibile è più che positivo. Ma il racconto di Pasquale passa attraverso i momenti bui: la partita non giocata di Pescara; l'esonero dolorosissimo di Atzori non quando se lo sarebbe meritato dopo la Nocerina, ma quando non se lo meritava dopo il Vicenza; la contestazione di Grosseto; il cardiopalma di Sassuolo e Varese nei play-off; la trattativa estiva con Benitez: «Che, a posteriori, devo dire che è meglio che non si sia chiusa. Perchè Rafa, che è stato straordinario trattando la parte economica per quello che riguardava lui, tanto che gli abbiamo offerto anche più di ciò che chiedeva, avrebbe preteso una squadra in grado di vincere subito. E noi non potevamo permetterci una spesa del genere».
Non risparmia e non si risparmia nulla Sensibile. Nemmeno il racconto del nuovo straordinario clima che regna in società, anch'esso raggiunto in modo non indolore. Lo affianca Alberto Marangon, insostituibile responsabile dell'area comunicazione della Samp, «oggi siamo grandi amici, ma ci siamo arrivati». Ed è una medaglietta anche per Alberto, così come per tutti i settori del Doria. Che l'arrivo di un amministratore delegato ha ulteriormente rinforzato. Ma pensare che la figura del direttore generale fosse l'unica chiave di volta per raccontare un'altra Samp resta, a mio parere, una grande bugia. E, se la serie A è stata ottenuta senza direttore generale, così bisogna dire che grandissimi errori li hanno fatti sia Gasparin che Beppe Marotta, che ha tantissimi meriti, ma ha firmato anche dei pluriennali incredibili a cifre incredibili a gente incredibile. Insomma, la verità va raccontata tutta. E il fatto che siamo stati qui per mesi a piangere sul Gasparin perduto, credo sia una delle maggiori mistificazioni mai viste. Chiusa parentesi.
Il tutto è costantemente condito da frasi di ammirazione per la famiglia Garrone. Che, all'inizio, magari suonano un po' di circostanza. Ma, man mano che Sensibile elenca episodi e vicende di Duccio e Edoardo, raccontano un'altra storia. «A volte, mi sono chiesto anch'io: ma come fanno a darmi tanta fiducia?». Anche perchè la tendenza del calcio italiano è tutt'altra: «Fino a pochi anni fa, comandavano i procuratori. Oggi comandano i presidenti che scavalcano regolarmente i dirigenti. Io, invece, qui riesco a fare il mio lavoro. E lavorerò in continuazione per restare qui e per meritarmi la conferma, anche perchè una società e un presidente così me li sogno altrove».
L'aceto balsamico che condisce il filetto di Pasquale e il suo rapporto con la famiglia Garrone è molto più dolce che agro, anzi quasi esclusivamente dolce. Mentre l'aceto puro è riferito a una serie di altre situazioni. Per la coppia d'attacco Bertani-Piovaccari, c'è l'autocritica: «Due miei fallimenti». Per Angelo Palombo c'è gratitudine per non aver forzato la mano a Bardonecchia, ma l'ennesima conferma che per lui non c'è quasi nessuna possibilità di rientro («Si allena con la squadra, ma la società e il tecnico hanno altri programmi e gliel'hanno sempre detto chiaramente»). Per Damiano Tissone il consiglio a non fidarsi troppo del papà procuratore e dei suoi metodi. Per Christian Bertani che ha rilasciato al nostro Alessandro Ogliani un'intervista molto dura, la croce su un rapporto finito: «Per me è un capitolo chiuso». Per Beppe Marotta, il ricordo di due trattative: «Non dimentichiamo l'offerta a Gastaldello il 31 agosto scorso e il tira e molla con Poli. Questi sono i nostri rapporti con la Juve». Per la Virtus Entella e la Pro Vercelli, che hanno giocato sulle buste per Zampano e Masi, una citazione colorita da Boskov: «Se scopri che tua moglie è puttana, colpa non è di moglie, ma tua che l'hai sposata».

Per gli esodati, sistemati dopo un lungo lavoro: «Finchè non avevano una squadra, mi chiamavano tutti varie volte al giorno. Dopo che gliel'abbiamo trovata, l'unico che mi ha mandato un sms a ringraziare, è stato Marco Padalino...».
A fine pasto, sensibile diventa un aggettivo. Merce rara nel calcio.

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