Getta il figlio dalla finestra I vicini: «Gesto inspiegabile»

Giovane romena di 19 anni ora ricoverata in ospedale

Arrivi in Via Mameli 10 a Muggiò ed ecco il caseggiato color ocra, tirato su una cinquantina d’anni fa. Al quarto piano ancora le persiane spalancate: domenica mattina, una giovane mamma ha scaraventato giù la sua neonata, venuta alla luce, qualche ora prima.
Agli inquirenti ora il compito di capire cosa sia successo la notte tra sabato e domenica, quando la ragazza vien colta dalle doglie nella sua stanzetta. Non un grido, non un lamento, in pochi istanti partorisce una bimba. Poi prende quel piccolo corpicino, non è ancora chiaro se nato vivo o morto, e lo lancia dalla finestra, un volo di 12 metri.
«Sono uscito per portare la spazzatura – racconta sconvolto Libero Guerra, 70 anni -, poi mi sono incamminato per andare a comprare il giornale e ho visto. Sembrava una bambola, era avvolta in un asciugamano, ma c’era il sangue, il cordone ombelicale. L’ho toccata era fredda». Il pensionato corre in casa avverte la moglie.
La gente accorre in Via Mameli, la voce del dramma si sparge in un lampo. «Una famiglia di brave persone, gentili - assicura Anna l’inquilina del primo piano -. Gente cortese, anche la ragazza sembrava una persona allegra». Aveva un fidanzato, il padre della neonata, 22 anni, pure lui romeno. Ma da un paio di mesi tra i due c’era stata una rottura. Ora gli investigatori vogliono capire se lui fosse al corrente della gravidanza della ragazza.
Libero Guerra prende un lenzuolo copre la neonata: un gesto di pietà. «Abitavano in questo palazzo da sei anni, una famiglia come tante». Attaccato ad un balcone un babbo natale di plastica, un segno di festa, di sogni per i bambini piccoli: fa a pugni con quello che è accaduto. Arrivano gli inquirenti: ci sono parecchie cose da chiarire. L’indagine, diretta dal pm Vincenzo Nicolini e dal maggiore dei carabinieri Roberto Fabiani, deve stabilire se la piccina prima di essere lanciata dal balcone fosse viva.
Una tragedia «della disperazione e dell’inciviltà», dice amaro il procuratore della Repubblica di Monza, Antonio Pizzi.

«In ogni caso non credo siano necessarie misure cautelari». Non c’è infatti pericolo di fuga né di reiterazione del reato. La giovane mamma, sotto choc, è ricoverata all’ospedale San Gerardo di Monza, lo stesso dove sua madre lavora come infermiera.

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