Dal ghetto al successo pop. La vita di Pharrell Williams

Il cantante del mega-hit mondiale "Happy" si racconta in un documentario realizzato interamente con i... Lego

Dal ghetto al successo pop. La vita di Pharrell Williams
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da Los Angeles

Cantante, rapper, musicista, produttore discografico, designer di moda e filosofo. Pharrell Williams fa parte di quella selezionata schiera di individui che hanno fatto della loro vita un inno alla leggerezza e alla felicità e, in questo modo hanno anche fatto la storia della musica statunitense del Ventunesimo secolo. Happy, uscito nel 2013, è il suo successo più popolare, quello che gli ha dato fama internazionale. Ora la sua vita personale e artistica è raccontata nel documentario diretto da Morgan Neville Piece by Piece, letteralmente pezzo per pezzo, dal 5 dicembre al cinema in Italia.

Nonostante il suo personale coinvolgimento nel progetto non vedremo mai il musicista in carne ed ossa nel film, perché l'intero lungometraggio ha la forma di un Lego-movie, un film d'animazione realizzato con i mattoncini Lego. L'idea è stata di Pharrell Williams. «Ma poi lo sviluppo è tutto del regista. Ho dato a Morgan Neville completa autonomia nel raccontare la mia storia e gli ho messo a disposizione l'intero mio catalogo musicale». Il documentario è colorato come i Lego, ma anche lirico e onirico. Racconta la vita di Pharrell Williams partendo dall'infanzia, a Virginia Beach, in un grande e popoloso complesso di appartamenti di edilizia popolare. Per quasi tutti un posto spaventoso per Pharrell il terreno fertile per la sua arte: «Sapete la storia del carbone che con il tempo e la giusta pressione diventa diamante? In quel quartiere sono cresciuti molti atleti di talento, molti artisti. Io sono solo uno dei tanti». In un campo estivo ha conosciuto Chad Hugo con cui formerà il gruppo R&B The Neptune. Poi arriverà la carriera da produttore e le collaborazioni con Madonna, Shakira, Jay-Z.

Nel 2013 esplode il successo di Happy, che faceva parte della colonna sonora di Cattivissimo me 2. «Non fu immediatamente popolare. Era una canzone su uno talmente felice che niente lo poteva scalfire. Era irreale e le radio non la suonavano. Poi abbiamo realizzato un video ed è arrivato il successo».

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