Giacobbe Fragomeni, il gigante buono che commuove l'Isola dei Famosi

Sotto la scorza dura del combattente, il pugile Giacobbe Fragomeni, naufrago dell’Isola dei Famosi, nasconde un drammatico passato e dice: La boxe è stata la mia salvezza

Giacobbe Fragomeni, il gigante buono che commuove l'Isola dei Famosi

Nella puntata de L'isola dei Famosi, andata in onda lunedì sera su Canale 5, il naufrago Giacobbe Fragomeni ha raccontato la sua drammatica storia che ha commosso tutti in studio e a casa, compresa Mara Venier. Il pugile ha vissuto un’infanzia difficile e tormentata che ha potuto superare grazie alla boxe.

Sollecitato dalla conduttrice Alessia Marcuzzi, Giacobbe ha raccontato in Palapa del rapporto con i suoi genitori, entrambi deceduti. In particolare, il padre aveva manifestato una pericolosa dipendenza verso il gioco che lo rendeva aggressivo e violento verso la moglie e i figli; in lacrime, Giacobbe ha parlato anche della amata sorella, deceduta all’età di 24 anni di overdose.

Non sono stato un bambino come tutti gli altri, tranquilli, sereno, a pensare ai miei giochini. Violenze domestiche, polizia, carabinieri, ambulanza per un bel po’ di anni di vita della mia infanzia. Ero sempre con il pensiero che mio padre arrivasse a casa ubriaco. Magari andava a giocare, perdeva, stava via tutta la notte, magari faceva qualche notte in carcere, tornava, mia madre non stava zitta e gli rompeva le scatole giustamente, botte, cose che si spaccavano. Io magari ero a scuola, passavano le ambulanze, le sirene e io ero sempre in ansia, avevo una paura fottuta di mio padre che picchiava sempre mia madre e le mie sorelle" – ha confessato in un rvm.

Di fronte a simili sciagure, il pugile ha attraverso un momento di profonda depressione, in cui vedeva nelle droghe e nell’alcol l’unica via di fuga; fortunatamente, la passione per la boxe gli ha dato la forza per uscire dal tunnel e rinascere. Grazie al pugilato, Giacobbe è riuscito a incanalare positivamente la rabbia accumulata negli anni a causa delle sofferenze personali e famigliari, distinguendosi per l’abilita e la tenacia dimostrate sul ring.

La boxe è stata la mia salvezza,

mi ha fatto audisciplinare perché il pugilato, essendo uno sport singolo, se sbagli in allenamento, sbagli sul ring - ha detto parlando del suo riscatto - e quindi se sbagli, sbagli anche nella vita".

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