Morterone (Lecco) - Fino a ieri era soltanto un puntino sulla carta geografica. Orgoglioso, nel suo piccolo, della notorietà che concede il Guinness: Morterone, trentasette abitanti, il più piccolo Comune d'Italia.
Ma se un fungiatt, un cercatore di funghi come li chiamano da queste parti, anziché in un porcino ancora bagnato dalla rugiada, si imbatte un giorno in due cadaveri, avvolti nei sacchi della spazzatura, allora le cose cambiano. E cambia anche la notorietà. Diventa quella fastidiosa pubblicità da cronaca nera di cui, anche quassù a millecento metri di altitudine, sotto la cima imbronciata del Resegone, si fa volentieri a meno. La macabra scoperta martedì. I corpi nudi di due donne sui trent'anni, capelli biondi, carnagione chiara, tipica della gente dell'Est, martoriate dai fendenti di una qualche arma da taglio. I loro volti, altro dettaglio non gradevole, irriconoscibili per un inizio di decomposizione. L'assassino o gli assassini, secondo il medico legale Tricomi, che ieri ha eseguito i primi accertamenti, possono aver abbandonato i due corpi, da due a sette giorni fa, augurandosi che, a completare l'impresa, cioè a far sparire ogni traccia, sarebbe arrivato, prima o poi, qualche animale del bosco. Invece è arrivato prima lui, il cercatore di funghi.
Mentre camminava con lo sguardo abbassato per frugare tra la vegetazione, ha avvertito un odore sgradevole e ha notato due sacchi neri, da cui spuntava qualcosa, in fondo alla scarpata, giusto all'imbocco del sentiero della Val Boazzo, sulla strada che collega Ballabio a Morterone: 14 chilometri di tornanti, immersi nei boschi, che sono al buio pesto di notte. Uno sgarro? Una vendetta, maturata nel racket della prostituzione? Sembrerebbe questa l'ipotesi al momento più accreditata ma i carabinieri di Lecco stanno vagliando anche le denunce di persone scomparse in Lombardia e nella vicina Svizzera per incrociare indizi che possano portare ad un'altra verità e ad un altro movente del duplice omicidio considerato che, all'interno dei sacchi, non sono stati trovati oggetti né tantomeno, è ovvio, documenti che possano contribuire all'identificazione. Il pm Paolo Grosso, chiamato a coordinare le indagini confida nel centralone Afis, che raccoglie le impronte digitali di persone controllate e foto segnalate. Se da questa banca dati non venissero indicazioni allora l'identificazione delle donne diventerebbe problematica. È vero che da queste parti ci sono solo un paio di fattorie, una impresa edile e la Trattoria dei cacciatori che impiatta polenta taragna. Ma è anche vero che questa strada è piuttosto battuta di giorno da chi fa la spola con Ballabio e Lecco, che sta giù a venti chilometri.
Davanti al luogo del ritrovamento è passata e ripassata gente anche l'altro ieri, e l'altro ieri ancora. Ma nessuno ha visto o sentito nulla. Nessuno ha notato strani movimenti o facce diverse da quelle degli escursionisti e dai cercatori di funghi che frequentano la zona. Il punto dove i cadaveri sono stati ritrovati è all'altezza di una sbarra, dove parte una vecchia mulattiera.
Una sbarra che - come ricorda il sindaco di Morterone, Giampiero Redaelli - è stata piazzata per bloccare l'ingresso delle auto in quella stradina sterrata. C'erano prostitute che stazionavano lì in attesa di clienti? «Prostitute mi sentirei di escluderlo, diciamo che in quella mulattiera cercavano di infilarsi i tossicomani per drogarsi in tutta tranquillità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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