Franco Ordine
da Milano
Milan con due istinti: cè chi volge lo sguardo verso Eindhoven, il passato che scotta e che tiene in bilico la qualificazione in coppa Campioni, e chi scruta invece lorizzonte maledetto di Istanbul inseguendo complicati propisiti di riscatto. Due istinti, due linguaggi, due punti di vista riunificati sotto il segno di una condivisa riflessione: in Olanda il Milan ha pagato, a caro prezzo, la grande fatica compiuta contro la Juventus, sabato notte. Perciò tutta la squadra, con qualche eccezione, è apparsa zero brillante e leffetto più vistoso si è colto in attacco, con Vieri unico a raggiungere il tiro in porta con esiti scoraggianti mentre Gilardino è rimasto senza rifornimenti.
Centottanta minuti senza riuscire a timbrare il cartellino del gol contro il Psv sarebbero un evento se non intervenissero un paio di spiegazioni convincenti: il talento del portiere Gomes, brasiliano che piace (e molto) ad Ancelotti, e poco, molto poco, al preparatore dei portieri William Vecchi, e il discutibile operato dellarbitro. Graham Poll, inglese di Tring, 42 anni compiuti a luglio, direttore vendita, con lhobby del golf, è finito sotto accusa non solo da parte del Milan. In patria è reduce da un episodio clamoroso: in luglio è finito, dopo una bevuta, sul tetto di una macchina e i dirigenti arbitrali lhanno escluso dal sorteggio del 22 e del 25 ottobre, designandolo invece per la prossima supersfida Manchester-Chelsea.
Ancelotti è andato dritto al sodo, martedì sera, dopo aver dato unocchiata al replay televisivo. «Ci ha negato un rigore grande così» è stata la sua denuncia. Condivisa, ecco il particolare inedito, dal delegato Uefa, lex arbitro russo Spirin, che ha contestato lerrore allinglese Poll. «Secondo me Serginho è scivolato» è stata la spiegazione addotta. Risultata poco convincente al pari dellatteggiamento tenuto in campo dal fischietto inglese, «troppo confidenziale», con ammiccamenti e smorfie che possono solo lucidare la fama di battutista e goliarda. «Da sempre è un inglese atipico Poll» fanno sapere dalla commissione arbitrale Uefa. Ancelotti non è rimasto da solo. Al suo fianco si è ritrovato prima Braida, dg, e poi Shevchenko che non è solito puntare il dito sul direttore di gara. «Non ha fischiato mai a nostro favore nel primo tempo e ci ha negato un rigore grande così ma tutti possono sbagliare» è la chiosa del Pallone doro sulla questione arbitro.
Per riaprire la parentesi, complicata, della qualificazione in Champions league resa incerta dal risultato in Turchia dello Schalke 04 e dalla classifica del girone (rossoneri terzi, per la prima volta). «A questo punto dobbiamo vincere le due partite» è il calcolo semplice semplice e impegnativo allo stesso tempo firmato dal capitano, Paolo Maldini, intervenuto, ieri mattina, prima del volo di rientro da Eidhoven a Milano Malpensa, a puntellare il morale della truppa. Non sono mancati gli accenti autocritici, naturalmente. Quel Vieri fermo come un palo della luce, quel Kaladze definito da un suo estimatore «mediocre se non si concentra in modo feroce» e responsabile dellerrore che ha aperto al Psv la strada del successo, quel Gilardino rimasto a secco di rifornimenti. «Dobbiamo sforzarci di vincere così si smetterà anche di parlare della maledizione di Istanbul» è lincoraggiamento rivolto al gruppo da uno che se ne intende di rincorse e di recuperi prodigiosi, Andrji Shevchenko, riammesso allattività agonistica nonostante il persistere di dolore al calcagno. «Se non riuscissimo a vincere, sarebbe giusto uscire dalla coppa Campioni» è la sua frustata sul viso del Milan reduce dalla beffa dellAtaturk.
Il Milan pensa al futuro anche in un altro senso. Il Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston sta studiando un programma per avere in tempo reale il quadro dei movimenti dei giocatori in campo.
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