Il giallo delle gemelline scomparse: in un chip c'è l’ultima speranza

Dopo la scheda del navigatore trovati sui binari alcuni pezzi del registratore di Schepp, suicidatosi dopo aver fatto sparire le figlie

Il giallo delle gemelline scomparse:  
in un chip c'è l’ultima speranza

FoggiaLe indagini ripartono dal luogo dove tutto si è concluso. Perché proprio qui, lungo i binari di Cerignola, dove alle 22,47 del 3 febbraio Matthias Kaspar Schepp si è presentato all’appuntamento con la morte lanciandosi contro l’Eurostar Milano-Bari, continuano ad affiorare minuscoli frammenti di verità che potrebbero rivelarsi decisivi per fare luce sulla sorte delle figlie, Alessia e Livia, le gemelline di sei anni di cui non si sa più nulla: dopo aver recuperato il microchip del navigatore satellitare e la penna gadget della compagnia di navigazione con cui l’uomo ha viaggiato per raggiungere la Corsica, la polizia ha trovato le cuffiette e un componente elettronico del registratore che questo metodico ingegnere di 43 anni portava sempre con sé. Gli investigatori hanno inviato i reperti alla filiale milanese della ditta produttrice. E attraverso alcune fotografie si è arrivati a una prima conclusione: si tratta di parte di un modello Olympus Perarlcorder Sp28, un tipo vecchio con le microcassette.
E così adesso, dopo settimane scandite da dubbi e ipotesi, spunta un altro indizio concreto, un tassello essenziale per la composizione del tragico mosaico disegnato da un uomo accecato dalla disperazione per un matrimonio finito ma lucido nel perseguire una feroce vendetta spargendo indizi tra Svizzera, Francia e Svizzera. Il frammento del registratore è stato trovato a circa 250 metri dal luogo del suicidio. Schepp lo usava come una specie di agenda: metteva su nastro tutto ciò riteneva importante. E proprio per questa ragione l’ex moglie, Irina Luicidi, fin dai primi giorni della scomparsa delle figlie aveva sottolineato quanto fosse importante ritrovarlo. Ma le ricerche in questo fazzoletto di Puglia non sono concluse. Tutt’altro. Gli investigatori sperano di recuperare la cassetta e martedì nella stazione di Cerignola verrà sospesa per alcune ore la circolazione dei treni in modo da consentire a volontari e poliziotti di riversarsi ancora una volta sui binari: c’è da controllare pietra dopo pietra, un lavoro che ha permesso di recuperare il microchip del navigatore satellitare poi inviato ai tecnici della Garmin, negli Stati Uniti, per verificare il contenuto della memoria. La risposta è attesa per la prossima settimana.
L’obiettivo è ricostruire il tragitto di Schepp, che il 30 gennaio si è messo alle spalle la sua casa di Saint Sulpice, sobborgo di Losanna, dove viveva anche dopo la separazione. Per il momento rimane solo la certezza di alcune tappe della fuga: ha attraversato la Svizzera, è stato a Marsiglia e si è imbarcato per Propriano, in Corsica; poi è tornato a Bastia e alla guida della sua A6 nera si è diretto in Italia fermandosi a Vietri sul Mare, in provincia di Salerno, per mangiare una pizza; infine è giunto a Cerignola dove ha compiuto l’atto finale. Per il resto è buio fitto, soltanto deduzioni e tante segnalazioni.

L’ultima arriva da una donna, che avrebbe notato le gemelline a bordo di una Bmw nera sull’autostrada A8 Milano-Varese, tra Busto Arsizio e Gallarate. Tutti gli avvistamenti vengono verificati, ma con il passare delle ore prende consistenza l’ipotesi, già avanzata dal procuratore di Losanna Pascal Gilleron, che le piccole non abbiano mai lasciato la Svizzera.

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