Cresce in Giappone il timore di una catastrofe nucleare. Le barre di combustibile del reattore 2 della centrale di Fukushima sono di nuovo completamente scoperte dal liquido di raffreddamento. Questo "indicando la situazione critica di un inizio di fusione del nucleo", come riporta la Tepco, il gestore dell’ impianto giapponese. Per due ore e mezza le barre di combustibile sono state scoperte dal
liquido di raffreddamento. Poi le operazioni di immissione di acqua marina
hanno ripreso a far salire il livello dell’acqua, ma ora le barre sarebbero nuovamente del tutto esposte. Ora la Tepco teme che anche per il reattore 2 si profila la stessa conclusione del numero 1 e 3: un’esplosione nelle prossime ore. La società tenterà comunque di fare un buco nella struttura che ospita il reattore per permettere la fuoriuscita di idrogeno. La fusione del nocciolo comporta la dispersione di un’elevata quantità di radioattività: un’ipotesi mai verificatasi nella storia del nucleare civile (a Three Mile Island, nel 1979, si verificò la fusione ma la cupola di cemento del reattore
rimase perfettamente integra); mentre a Chernobyl non si arrivò alla fusione del nocciolo. In mattinata c'erano state ancora due esplosioni
provocate da fughe di idrogeno nell'edificio che contiene il reattore 3.
Undici persone sono state ferite e un dipendente di 23 anni è stato contaminato.
Pochi rischi per la salute pubblica L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha precisati che "da quanto si sa al momento sui livelli di radioattività, il rischio per la salute pubblica è minimo per il Giappone", come ha dichiarato un portcavoce, Gregory Hartl, aggiungendo: "Ciò vuol dire che se qualcuno viene contaminato, i rischi non sono molto grandi". Hartl ha ricordato che quantità minime i radiazioni sono fuoriuscite, ma tutte le persone nelle vicinanze, erano già state evacuate". Secondo l’Oms, per il momento, 22 persone che risiedono nei dintorni delle centrali nucleari danneggiate sono state contaminate da "deboli livelli di radiazioni".
Tokyo chiede aiuto a Usa e Aiea Il governo giapponese, prima che la situazione possa diventare critica ha chiesto aiuto agli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, come ha rivelato il direttore dell’Aiea, Yukiya Amano. In particolare, le autorità giapponesi hanno ufficialmente richiesto all’organizzazione Onu l’invio di un team di esperti dopo le esplosioni avvenute alla centrale di Fukushima. Tokyo ha ufficializzato anche la richiesta di intervento agli Stati Uniti.
Le stime per la ricostruzione Ricostruire il Paese costerà almeno 180 miliardi di dollari, il 3% della produzione annuale nipponica, e 4 o 5 anni di lavoro. La stima è stata fatta dagli analisti di Credit Suisse e Barclays. La terza economia mondiale, già afflitta da un debito pubblico altissimo, dovrà fronteggiare i costi per la ricostruzione delle infrastrutture, incluse le strade e le ferrovie nonchè i porti in uno scenario non molto diverso da quello che apparve all’indomani della seconda guerra mondiale. Ma sul dopo-sisma gravano molti fattori, come ad esempio la perdita di produzione, che potrebbero aumentare i costi.
Crolla la Borsa Volume di scambi storico e indice Nikkei in crollo del 6,18% in chiusura a 9.599,35 punti, mentre gli investitori valutano ancora danni e ripercussioni del devastante sisma. Gli scambi sono ammontati a 4,88 milioni di titoli, due volte e mezzo più della quantità media abituale. Ammonta a 15 mila miliardi di yen (più di 131 miliardi di euro) l’intervento straordinario della Banca Centrale del Giappone, che ha immesso liquidità sul mercato per fermare la caduta della Borsa di Tokyo e per cercare di rassicurare i mercati.
Fuga dal Giappone, traffico in tilt Nonostante le rassicurazioni del governo nipponico, c'è ormai la corsa a lasciare il paese, o almeno ad allontanarsi dalla zona colpita dallo tsunami, il nord est del Paese. Presi letteralmente d'assalto, soprattutto dagli stranieri, gli aeroporti. I voli da Haneda e Narita, gli scali della capitale, sono ripresi da poco e sono già tutti pieni. A partire sono soprattutto le famiglie con i bambini, ma la maggior parte delle persone partirà nel weekend. La paura maggiore è quella di una pioggia radioattiva e di nuove scosse di assestamento con una magnitudo di 7 gradi, come previsto dall’Agenzia metereologica giapponese. Energia razionata fino ad aprile a causa della chiusura delle centrali nucleari e già si registrano i primi disagi. Il traffico è aumentato in tutta Tokyo e soprattutto verso l'aeroporto di Narita. Difficoltosi gli spostamenti in treno. Il portavoce governativo, Yukio Edano, ha invitato i cittadini a rimanere, possibilmente, a casa per non consumare elettricità.
Le ambasciate invitano ad abbandonare il Paese La prima a chiedere il rientro dei propri concittadini è l'ambasciata francese che ha scritto sul suo sito web: "Sembra ragionevole consigliare a coloro che non hanno un particolare motivo per rimanere nella regione di Tokyo di lasciare la regione del Kanto per un paio di giorni". E aggiunge: "Forse l’esplosione che si è prodotta in un reattore con fuga di gas radioattivo potrebbe raggiungere Tokyo in poche ore, a seconda della velocità e della direzione del vento. Il rischio è quello della contaminazione". Informalmente anche l’ambasciata tedesca avrebbe "consigliato" a chi non ha una ragione grave di rimanere di allontanarsi dalla capitale e possibilmente dal Giappone, mentre il Dipartimento di Stato americano ha "sconsigliato" ai cittadini Usa viaggi in Giappone. La Gran Bretagna invece ha rafforzato la presenza di personale nelle sue sedi diplomatiche a Tokyo e Osaka. L’ambasciata d’Italia ha fatto sapere di non aver ancora preso contatto con cinque dei 29 italiani residenti nelle prefetture nordorientali colpite dallo tsunami. E in una nota raccomanda di "seguire le istruzioni che le autorità giapponesi hanno emesso quartiere per quartiere per l’eventualità di un’emergenza" e di "tenere in casa acqua potabile e cibo per alcuni giorni". Secondo la Bbc, inoltre, le imprese straniere stanno già spostando il proprio personale verso il sud del Paese.
Mancano cibo, acqua e carburante Tokyo ha oggi un aspetto spettrale. Strade deserte e poche luci accese quando scende il buio. I grandi magazzini della capitale hanno annunciato che anticiperanno la chiusura per risparmiare la sempre più preziosa energia, che da domani sarà razionata con black-out di tre ore ad esclusione del solo centro di Tokyo. Già oggi gli scaffali di un supermercato nel centro della metropoli erano desolatamente vuoti. A Sendai, capoluogo della prefettura più duramente colpita, scarseggiano i beni di prima necessità. Lunghe code di persone si sono formate davanti ai pochi negozi aperti e file ancora più lunghe di veicoli bloccano le strade che portano alle stazioni di rifornimento di carburante. Migliaia di sfollati hanno trascorso un’altra notte al freddo, in rifugi di fortuna, sulla costa nord-orientale. Gli aiuti stanno arrivando solo ora in molte zone. "Abbiamo mangiato solo biscotti e un po' di riso", ha detto Noboru Uehara, un camionista di 24 anni, avvolto in una coperta per proteggersi dal freddo in un rifugio a Iwake, "Temo che rimarremo senza cibo".
Nessun rischio in Europa L’Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica ha però ribadito che "non
c’è alcuna possibilità" che si ripeta un disastro come quello di
Chernobyl. "Non ci sono conseguenze immediate per gli europei. I livelli di radiazione in tutti gli Stati membri sono al momento normali": questa la valutazione della Commissione Ue sul rischio nucleare proveniente dal Giappone. Ovunque si accende il dibattito sul nucleare. La
Germania ha deciso di rinviare di tre mesi la decisione sul prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi. La Svizzera invece ha bloccato la procedura di
domanda di autorizzazione alla costruzione di tre nuovi siti, mentre l'Austria
chiede un riesame a livello europeo.
Continuano le scosse, rientrato l'allarme tsunami Mentre la terra continua a tremare per le scosse di assestamento - alcune con magnitudo superiore al 6° grado - un nuovo allarme tsunami è stato lanciato, ma è subito rientrato. Sulle coste dove oggi i soccorritori hanno trovato circa 2000 cadaveri. Il bilancio ufficiale della polizia parla di 5000 morti e di altrettanti dispersi.
Il cordoglio di Napolitano "Sono oltremodo sconvolto dalle devastanti conseguenze, ben oltre ogni immaginabile misura, del terremoto e del maremoto abbattutisi sul Giappone nord-orientale l’11 marzo scorso", ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato a Sua Maestà Imperiale Akihito, Imperatore del Giappone. "Voglio rinnovarle - ha aggiunto il capo dello Stato - tutta la vicinanza del popolo italiano, e mia personale, al popolo e alle Autorità giapponesi. Il Suo Paese, confrontato in passato a terribili prove, ha saputo ricostruire una democrazia solida, prospera e pacifica sulle macerie della seconda Guerra Mondiale e della tragedia di Hiroshima e Nagasaki. L’esempio del Giappone ha trascinato nella sua scia l’area più dinamica dell’Asia e del Pacifico. L’Italia ha seguito lo stesso percorso di ricostruzione e di democrazia". "Da oltre sessant’anni - ha concluso Napolitano - i nostri Paesi collaborano insieme in tutti i fori multilaterali nel sostenere la sicurezza e nel promuovere lo sviluppo economico mondiale. Ammiro il coraggio e la sobrietà del Suo Governo nel gestire questa difficilissima emergenza. Sono sicuro che anche questa volta il Giappone saprà riprendersi con coraggio e spirito di abnegazione. Lo sforzo cui il Suo Paese è chiamato è grande, ma il Sol Levante può contare su una popolazione straordinaria, la cui dignità e compostezza anche nell’attuale terribile frangente riscuote rispetto e ammirazione da parte dell’intera nazione italiana.
La comunità internazionale è pronta a sostenere il Giappone in qualsiasi modo il Suo Paese riterrà utile e necessario. L’Italia non mancherà di fare la sua parte. Siamo al fianco del Giappone in questo drammatico frangente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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