IL «GIEFFE», LA NUOVA SOAP OPERA

Il nuovo millennio ha in Tv un indiscutibile ma assai discusso protagonista: il reality show Il grande fratello, la cui prima puntata va in onda su Canale 5 il 14 settembre del 2000. Le aspettative sul programma, dopo il successo che aveva avuto in Europa e negli Stati Uniti, sono molte ma l'edizione italiana esplode come un fenomeno che ha pochi precedenti negli ultimi anni. Lo dimostrano l'audience inarrestabile e anche l'interesse della stampa. Sociologi, ideologi, moralisti in pianta stabile, tuttologi del piccolo schermo si gettano sul programma con voracità e talvolta con scarso senso del ridicolo. La maggioranza di essi non si accorge, però, che Il grande fratello non è tanto un reality show quanto un'avvincente soap-opera, interpretata da attori dilettanti che fingono di non essere tali. In una tv dove ormai è sempre più difficile, anche nei telegiornali, distinguere fra verità e finzione, Il grande fratello è l'espressione più alta di questa ambiguità. Gli autori del programma hanno delineato ogni personaggio in modo tale da coinvolgere qualsiasi tipo di spettatore e non solo quelli più giovani. Il canovaccio che essi devono interpretare mette insieme, in un gustoso cocktail la Commedia dell'Arte e la suspense all'Agatha Christie, il «grande fratello» di Orwell e il voyeurismo così diffuso nella nostra società. I personaggi vengono fuori così con tutte le loro caratteristiche: il macho con i muscoli da palestrato e un erotismo da commedia all'italiana, la bagnina bionda che fa l'amore con il macho e che appare spregiudicata ma invece è solo fragile perché orfana di padre e madre fin da bambina, la «gatta morta» bella e sensuale ma che scambia solo un bacio con un partner cinico e egoista. E poi come dimenticare la Pr snob e saccente e un giovane marito, tentato dalla scappatella ma impossibilitato a farla perché sua moglie è in grado di controllarlo grazie alle telecamere onnipresenti? Personaggi questi ed altri di minore spicco che vengono inseriti in situazioni drammaturgiche ben riconoscibili: le simpatie, la solitudine, le infedeltà, gli odi, le paure di essere subito eliminati, le speranze di vincere il ricco premio finale. Il grande fratello apriva un filone rigoglioso che oggi, a sei anni di distanza, non è per nulla esaurito, come molti avevano previsto.

Le edizioni successive e le tante imitazioni non hanno raggiunto gli incredibili 16 milioni di telespettatori dell'ultima puntata del 2000, ma hanno comunque continuato ad attrarre milioni di fan, per nulla impauriti dalla condanna dei moralisti.

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