Giochi, il ministro avvisava. "Appalti, non rilassatevi"

Così Giorgetti nel 2020 ai manager dopo il decreto che trasformava il comitato in azienda privata

Giochi, il ministro avvisava. "Appalti, non rilassatevi"
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Ci aveva provato già nel 2020, il ministro Giancarlo Giorgetti, ad ammonire i manager delle Olimpiadi milanesi a non lasciarsi andare: il decreto del governo che trasformava la Fondazione - ovvero il comitato organizzatore dei Giochi - in una azienda privata non poteva fare saltare ogni regola. «Il fatto che non ci sia la Corte dei conti tra i piedi non deve giustificare un senso di rilassatezza rispetto a come si assume il personale e a come si fanno le gare d'appalto», aveva detto il ministro. Secondo la Procura della Repubblica è accaduto esattamente il contrario. E ora quella frase di Giorgetti viene riportata nell'atto con cui i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis tirano le fila dell'indagine. Come per dire: eppure il ministro vi aveva avvisato.

La Procura è convinta che la Fondazione sia invece un ente di diritto pubblico, e chiede che la parola finale passi alla Corte Costituzionale. Ma nel frattempo i pm affermano di avere trovato le prove che le gare d'appalto per i servizi informatici dei Giochi dell'anno prossimo sono state alterate sia nella fase in cui alla testa della Fondazione c'era Vincenzo Novari, sia quando il suo posto è stato preso da Andrea Varnier. Nella prima fase, a venire preferita è stata Vetrya, l'azienda dell'ex socio di Novari Luca Tomassini. Nella seconda, l'appalto è andato a un colosso come Deloitte. Nei verbali della Procura si ricostruisce come il contratto sia andato alla britannica Deloitte grazie a un rapporto preferenziale con i manager della Fondazione, e probabilmente grazie all'appoggio del Comitato olimpico internazionale, nonostante la sua offerta fosse la più scadente. «Sotto la direzione di Andrea Varnier - scrivono i pm - si è giunti alla aggiudicazione grazie al contributo causale di carattere collusivo d Daniele Corvasce e Marco Moretti (manager della Fondazione, ndr) i quali hanno fornito notizie riservate durante la gara per l'affidamento della digital platform a Claudio Colmegna e Luigi Onorato», dello staff di Deloitte.

La gara d'appalto per il sito e le app aveva visto la presenza di altre tre aziende (Jakala, Alkemy e Dentsu). «Dall'esame dell'intero iter si evincere come le due favorite per aspetti tecnici ed economici fossero Dentsu e Jakala e come tra le due Jakala fosse risultata la miglio offerente». Deloitte era ultima. Quando, per uno strano errore, la graduatoria provvisoria diventa pubblica Deloitte scatena il finimondo, Colmegna scrive a un collega «ho mandato aff** Moretti, farò del mio meglio per farlo licenziare». Ma l'iter viene riaperto, anche perchè Deloitte è anche sponsor dei Giochi (conflitto di interessi segnalato invano da Moretti).

I pm sintetizzano così la conclusione: «Facendo leva su un inesistente diritto di esclusiva Deloitte è stata posta nelle condizioni di presentare una offerta migliore - concordata con esponenti di Fondazione - rispetto agli altri competitor».

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