Gioielleria a prova di bomba: nel retro pistole antiche, moderne e un machete

Arrestati due fratelli titolari di un'oreficeria nel centro di Roma. Nel magazzino nascondevano un piccolo arsenale detenuto illegalmente: tra armi da collezione e funzionanti, anche sciabole, pugnali, reperti archeologici in terracotta e una pergamena con iscrizioni

Un arsenale nella gioielleria. Ma non certo per proteggersi da eventuali rapinatori.
Nelle vetrine e nel negozio figuravano gioielli con diamanti, perle e rubini, ma nel magazzino erano nascoste armi comuni e armi rare. Tutte detenute illegalmente. Così sono stati arrestati due fratelli, di 40 e 38 anni, titolari di una gioielleria nella zona di San Giovanni a Roma.
Ieri pomeriggio, durante un normale controllo, gli agenti del commissariato Viminale, diretti da Carmine Belfiore, hanno trovato, nascoste nel retro del negozio, tre pistole semiautomatiche - una Smith & Wesson, una Beretta e una Webly - munizioni ed una collezione rara di armi antiche composta da quattro pistole, otto rivoltelle e tre fucili, tutte di evidente manifattura artigianale.
Nella collezione facevano parte anche quattro sciabole, undici pugnali africani e un vecchio machete americano.

Durante la perquisizione, gli agenti hanno anche sequestrato cinque reperti archeologici in terracotta, oltre a una pergamena con delle iscrizioni, a un frammento di marmo e vari pezzi e filamenti di rame. Sono in corso indagini per verificare la provenienza e l'eventuale utilizzo delle armi.

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