Milano - Un bandito in gioielleria. Alle 9,30, poco dopo l'apertura. Pieno centro di Cinisello Balsamo, nell'oreficeria Radolli. Minaccia il titolare, Remigio Radolli, di 59 anni. Chiede soldi e gioielli. Il proprietario non ci sta. Scoppia una colluttazione. Il rapinatore, un 30enne straniero, colpisce alla testa l'orefice con il calcio della sua scacciani. La reazione è immediata: il gioielliere impugna la sua pistola (regolarmente registrata) e fa fuoco. Una, tre, cinque volte. Il bandito viene ferito in modo gravissimo: raggiunto da tre colpi all'addome e al collo. Ora è ricoverato in prognosi riservata a Niguarda.
Le indagini Del caso si occupano i carabinieri del gruppo di Monza che stanno sentendo il gioielliere, in stato di choc per ricostruire la dinamica dei fatti. A tentare la rapina sarebbero state tre persone, ma solo uno sarebbe entrato con la pistola giocattolo e, al tentennamento del negoziante, lo ha colpito con il calcio della pistola alla testa.
Travestimento Erano travestiti con pettorine della nettezza urbana, secondo alcune testimonianze, almeno due dei tre banditi di Cinisello Balsamo. Il particolare, ancora da confermare ufficialmente, è però credibile tanto che i due banditi fuggiti (il terzo è sempre ricoverato in gravi condizioni a Niguarda) vengono descritti nelle notizie segnaletiche proprio in questo modo. I carabinieri di Sesto San Giovanni che si trovano sul posto con la scientifica dell’arma, hanno ricostruito la dinamica dell’aggressione che è stata molto prolungata.
La colluttazione Il gioielliere è stato aggredito dall’unico bandito entrato nel negozio, ma la colluttazione si è poi protratta anche dopo che il titolare aveva sparato al bandito fino a che entrambi sono usciti dalla porta sul retro e il malvivente si è accasciato al suolo pochi metri dopo essersi allontanato. Era stato raggiunto, pare, da quattro colpi di revolver. Secondo quanto riferito ai carabinieri dal gioielliere l’accento dell’uomo era straniero.
Ricoverato Radolli ha riportato una estesa ferita lacero-contusa al capo, che gli ha comportato una vistosa emorragia. Attualmente si trova in corsia assistito da uno dei due figli. Il gioielliere viene descritto come un uomo estremamente tranquillo dai cittadini del quartiere dove la sua gioielleria è attiva da moltissimi anni. L’uomo ha due figli: Davide, che ha una gioielleria a Monza, e Fabio che lavora in un colorificio a 20 metri dal negozio dove è stato aggredito il padre.
Il figlio "Lo hanno picchiato a sangue - ha detto il figlio uscendo dal pronto soccorso in cui si trova ricoverato il papà -. Gli hanno messo 18 punti di sutura e ha lividi su tutto il corpo". Secondo il racconto del giovane il bandito che è entrato in negozio, vestito normalmente (mentre altri due fuori avevano una pettorina da spazzini) ha chiesto di vedere un orologio e appena il titolare si è chinato per prenderlo lo ha colpito alla testa con la pistola e poi anche a calci e pugni. "Ha la faccia gonfia - ha detto ancora il figlio - non aveva mai avuto rapine, è sotto choc".
Il rapinatore È in prognosi riservata in gravi condizioni il rapinatore ferito da tre colpi di pistola calibro 22. L’uomo ha appena subito una lunga operazione durante la quale i chirurghi gli hanno estratto i tre proiettili che lo avevano raggiunto al torace (due) e al collo.
I medici del Niguarda non escludono, nel caso il quadro clinico dovesse peggiorare, di dover ricorrere a un secondo intervento. A metà mattinata il rapinatore era giunto con un’ambulanza del 118 in codice rosso al nosocomio milanese, dove gli era stato riscontrato "un forte stato emorragico per ferite d’arma da fuoco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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