La giornalista uccisa: accuse al leader ceceno

«So chi è il colpevole dell’omicidio di Natalia. Il suo nome è Ramzan Kadyrov», ha denunciato ieri senza paura Oleg Orlov, il direttore di Memorial, una delle più famose organizzazioni per i diritti umani della Russia.
Kadyrov non è un tagliagole qualunque, ma il presidente della disgraziata Cecenia. Natalia Estemirova era l’attivista di Memorial sequestrata e uccisa mercoledì a Grozny, la capitale cecena. Il suo corpo è stato trovato in una boscaglia vicina a Nazran, il capoluogo dell’Ingushezia. «Aveva già minacciato Natalia, l'aveva insultata, e la considerava una nemica personale. Ha reso impossibile il lavoro degli attivisti per i diritti umani in Cecenia», rincara la dose il responsabile dei Memorial. «Non sappiamo - aggiunge l'amico di lunga data della Estemirova - se sia stato lui stesso a dare l'ordine o se sia venuto da qualcuno del suo entourage per fargli piacere».
L’attivista dei diritti umani, originaria della Cecenia, era considerata l’erede della giornalista Anna Politkovskaya, uccisa da un sicario nel 2006. Le due coraggiose donne indagavano sui crimini di guerra, le torture, i sequestri avvenuti in Cecenia durante e dopo le due guerre con i russi. Kadyrov è un ex ribelle passato armi e bagagli dalla parte del Cremlino, quando il presidente russo era Vladimir Putin, oggi primo ministro.
Lo spietato Kadyrov è l’incontrastato padre-padrone della Cecenia. Il suo portavoce ha smentito qualsiasi coinvolgimento denunciando l’uccisione come «un atto cinico e provocatore». Kadyrov non è il solo a ipotizzare una «provocazione». Il rapimento di Estemirova a Grozny è stato talmente plateale che non si può escludere un'azione volta a danneggiare il già poco difendibile presidente ceceno.
«Se una donna viene rapita in pieno giorno e poi ritrovata morta, significa che Kadyrov non controlla la situazione», sostiene Zoya Svetova del quotidiano Novye Izvestia. Mentre Putin, ex zar del Cremlino, tace, il presidente Dmitri Medvedev, che gli è succeduto, non ha avuto peli sulla lingua. «È evidente che l’assassinio è legato alla sua attività professionale utile per uno Stato normale», ha denunciato Medvedev parlando dell’esecuzione della Estemirova. «Diceva apertamente la verità - ha aggiunto il leader del Cremlino - a volte con severità, ma è proprio per questo che si apprezza un difensore dei diritti dell'uomo».
Poche ore prima la Casa Bianca aveva emesso un comunicato in cui si denunciava «la profonda tristezza ed indignazione» per l’omicidio. «Invitiamo il governo russo a portare di fronte alla giustizia i responsabili di questo crimine oltraggioso e a dimostrare che la violazione della legge e l'impunità non saranno tollerate», ha detto Mike Hammer, portavoce dell'ufficio del Consigliere per la sicurezza nazionale.

Ieri a Grozny una piccola folla ha partecipato ad una cerimonia in memoria dell’attivista davanti alla sede di Memorial. Un uomo vestito di nero aveva in mano un cartello con su scritto: «Chi sarà il prossimo?»
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