Giustiziato a Firenze davanti a un semaforo

Il killer ha colpito in pieno giorno. Ha sparato dalla moto nel furgone guidato dalla vittima. S’indaga nel mondo della prostituzione

Giustiziato a Firenze davanti a un semaforo

Antonella Mollica

da Firenze

È stato freddato in pieno giorno da sei colpi di pistola in una delle strade più trafficate della periferia di Firenze. Sergio Tellini, 37 anni, era dipendente di una ditta di estintori. È stato giustiziato mentre viaggiava su un furgone alle 13,40 in via di Novoli. Il killer l’ha seguito a lungo prima di entrare in azione, l’ha affiancato all’altezza del semaforo e poi, a distanza ravvicinata, ha sparato. I colpi non gli hanno lasciato via di scampo: Sergio Tellini si è accasciato sul volante senza vita mentre la moto senza targa del killer e le auto dietro di lui riprendevano la corsa lungo il viale che porta fuori città. Un poliziotto che aveva appena finito il servizio ha assistito alla scena e ha inutilmente tentato di inseguire la moto con la sua automobile ma pochi metri dopo ha perso le tracce.
Il giovane ucciso era incensurato. I terminali delle forze dell’ordine raccontano solo che nel 2002 era stato incappato in un controllo dei carabinieri di Prato insieme a un gruppo di albanesi e in un’altra occasione era stato trovato in compagnia di un pregiudicato italiano. Tracce labilissime su cui i carabinieri del Reparto operativo guidati dal maggiore Stefano Fedele e coordinati dal sostituto procuratore Luciana Singlitico stanno adesso lavorando nella speranza di trovare un movente. Tellini, descritto da tutti come una persona taciturna e introversa, aveva una grandissima passione per i videogiochi. Un amico ha raccontato che ultimamente trascorreva spesso le sue serate nei night club. Si lamentava spesso con gli amici più cari perché non riusciva a costruire un rapporto duraturo con una donna e a qualcuno aveva anche annunciato di voler andare a vivere a Cuba.
Alle spalle aveva un matrimonio lampo durato solo tre mesi. Da quando si era separato, sei anni fa, viveva da solo e tutti i giorni andava a casa dei genitori a pranzo. Anche ieri poco prima di essere ucciso era stato da loro, non lontano dal luogo dell’omicidio. Il killer probabilmente conosceva questa sua abitudine. In sella a uno scooter scuro, il volto coperto da un casco nero e sotto un cappellino che gli copriva parzialmente il volto, ha aspettato che il semaforo diventasse rosso, poi ha estratto la pistola, una calibro 9 corta, e ha sparato, senza preoccuparsi di tutte le auto ferme in coda. Pochi minuti dopo la sparatoria il caso ha voluto che in via di Novoli passasse il fratello della ex moglie di Tellini. Ha visto i carabinieri e ha riconosciuto il furgone della ditta. Quando si è avvicinato ha visto il corpo senza vita dell’ex cognato.
Quando ha saputo quello che era accaduto la madre di Sergio Tellini, cardiopatica, ha avuto un malore. Il padre, sotto choc, ha continuato a ripetere: «Era tutto lavoro e casa mio figlio, non riesco proprio a immaginare chi me l’abbia ucciso».
La zona di Novoli è una delle strade della prostituzione.

A un regolamento di conti per il controllo del mercato della prostituzione sarebbe da ricollegarsi l’omicidio di un albanese, avvenuto il 15 luglio scorso. L’ultimo arresto dei carabinieri in quella zona risale a venerdì scorso: un italiano è finito in manette perché gestiva un gruppo di prostitute dell’Est.

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