Roma - Attesa e una crescente preoccupazione. È questo che si percepisce nei sacri palazzi vaticani e ai vertici dell’episcopato italiano di fronte all’inchiesta della Procura di Milano sul caso Ruby e al profluvio di verbali e intercettazione sulle serate di Arcore.
L’Osservatore Romano continua a non pubblicare una riga sulla vicenda, il radiogiornale italiano di Radio Vaticana ne parla all’interno dei tradizionali e previsti servizi di cronaca politica, per il momento senza commenti. Chi ha incontrato il Segretario di Stato Tarcisio Bertone racconta di averlo trovato piuttosto contrariato per il riesplodere della vicenda in questo momento non facile per il Paese.
Una prima parola, ufficiale e attesa, sarà contenuta nella prolusione che il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, terrà lunedì prossimo aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei. Già più volte Bagnasco ha parlato della necessità di sobrietà in chi ricopre incarichi istituzionali. È presto per sapere che cosa dirà il cardinale, anche perché la situazione è in continua evoluzione, ma è probabile che faccia un riferimento alla credibilità necessaria per chi rappresenta le istituzioni e il governo del Paese.
Nei vertici della Chiesa,anche se qualcuno sottolinea che nelle accuse ora alla ribalta non c’è nulla di veramente nuovo rispetto al quadro già emerso nei mesi scorsi, la preoccupazione cresce: «Sembra che non se ne riesca a venirne fuori, ci si ritrova sempre al punto di partenza ». E il giudizio per il momento è ambivalente, di fronte alla possibilità di accuse esagerate o di comportamenti personali che non sono affatto cambiati dopo le polemiche sulle escort di due anni fa. Anche i prelati considerati meno ostili al Cavaliere non nascondono la loro tristezza per il quadro che emerge dalle ultime rivelazioni: «Abbiamo criticato tanto Gheddafi che ha pagato tutte quelle ragazze perché venissero ad ascoltarlo...».
Certo,nei sacripalazzi non ci si nascondeche la vicenda presenta ancora molti lati oscuri e c’è chi è rimasto colpito sia dalla potenza organizzativa messa in campo dalla Procura di Milano, sia dal tempismo dell’inchiesta. In Vaticano come ai vertici della Cei si guarda con realismo alla situazione politica e sociale. La Segreteria di Stato e la presidenza dei vescovi hanno agito all’unisono negli ultimi mesi per cercare di favorire l’accoglimento di alcune istanze care ai cattolici nel programma di governo e un maggiore coinvolgimento dell’Udc di Pierferdinando Casini. Un coinvolgimento che doveva favorire la stabilità e la governabilità dopo il voto di fiducia del 14 dicembre.
«Certamente come cattolici siamo attenti al rispetto della legalità e alla necessità di un atteggiamento sobrio, anche nel privato, da parte di coloro che rivestono cariche pubbliche», dice al Giornale il presidente del Movimento cristiano lavoratori Carlo Costalli, che in questi mesi ha più volte auspicato il dialogo tra Berlusconi e l’Udc.
«Da un punto di vista politico - aggiunge c’è da sperare che il governo riesca ad andare avanti e a fare le riforme che il Paese aspetta». Chi spera invece in una rapida uscita di scena del Cavaliere è il settimanale paolino Famiglia Cristiana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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