Agroalimentare, 6 aziende su 10 promuovono il governo

De Carlo (Fdi): "Adesso allevatori e coltivatori non sono più visti come inquinatori"

Agroalimentare, 6 aziende su 10 promuovono il governo
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Il mondo dell'agroalimentare promuove a pieni voti il governo Meloni. È quanto emerge da una ricerca, condotta da Tecnè, sulla percezione delle politiche nazionali da parte dei lavoratori e delle imprese del settore in Italia, Francia e Polonia.

Secondo il 63,5% delle imprese agroalimentari, infatti, ritengono efficaci le politiche del governo a fronte di un misero 39,3% che valuta positivamente quelle che arrivano da Bruxelles. «Gli operatori dell'industria agroalimentare riconoscono il fatto che il governo italiano ha rimesso al centro dell'azione di governo questo settore che per troppi anni si è sentito trascurato», spiega Luca De Carlo (foto), presidente della Commissione Agricoltura del Senato che attribuisce questo consenso «allo stanziamento monstre di risorse, ad alcune scelte intraprese nel campo dell'innovazione e allo sviluppo della sperimentazione a terra delle Tea (tecniche di evoluzione assistita)». Ancor più significativo è il 63,2% delle imprese che hanno percepito un miglioramento nel settore, mentre solo il 34,9% ritiene che le politiche dell'Ue offrano una protezione sufficiente per le produzioni tipiche italiane. Sotto questo punto di vista De Carlo spiega che il merito dell'Italia non è solo quello di aver criticato la Pac, ma di aver dettato una nuova linea in agricoltura. «Gli operatori capiscono quando, dietro la protesta c'è anche la proposta», dice il senatore di Fratelli d'Italia. «Abbiamo cambiato la prospettiva: gli allevatori e gli agricoltori non sono più percepiti come inquinatori, ma come custodi del territorio», sottolinea De Carlo che rivendica la nuova impostazione imposta dal ministro Lollobrigida in campo europea nella critica dell'operato dell'ex vicepresidente Ue Frans Timmernans «che aveva portato l'Ue verso una deriva pseudo-ambientalista che ha gravato pesantemente sul settore». Infine, secondo il sondaggio di Tecnè, la difesa del Made in Italy è prioritaria per il 97,5% delle imprese, mentre i cambiamenti climatici preoccupano ben l'82% degli intervistati. «Di fronte alla necessità di lenire gli effetti del cambiamento climatico è bene ribadire che la sostenibilità ambientale deve essere accompagnata da una sostenibilità sociale ed economica per di fare macelleria sociale attraverso politiche demagogiche», spiega De Carlo che individua nella maggiore redditività per i nostri agricoltori la prossima sfida del governo.

«Lo abbiamo fatto con un maggior controllo sui costi di produzione e proseguiremo con una lotta alla concorrenza sleale per dare valore a ciò che produciamo perché, come diceva il filosofo Wendell Berry, mangiare è già un atto agricolo», conclude il presidente De Carlo.

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