Se sulle Alpi la stagioni sciistica è partita alla grande, lo stesso non si può dire di alcune aree dell'Appennino che lamentano carenza di neve: per questa ragione si è riunito un tavolo di governo a Roma alla presenza del ministro del Turismo, Daniela Santanché, che ha fatto il punto con il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e gli assessori regionali di Emilia-Romagna, Abruzzzo, Marche e Molise. Per il Lazio era presente la Direzione Turismo.
"Individuate 4 misure"
Sulla questione "Appennino senza neve", il ministro Santanché ha spiegato l'emergere di "quattro dimensioni cruciali sulle quali agire sin da subito, nell’immediato, in attesa, ovviamente, di approntare una strategia più strutturata e circostanziata per il lungo termine". Nello specifico, il governo agirà da subito per sbloccare i ristori già assegnati alle varie Regioni ma che sono ancora vincolati all’emergenza per Covid "cosicché possano invece essere rediretti sulla situazione appenninica", ha spiegato il ministro, aggiungendo che verranno ristornati "gli investimenti fatti nel 2022 dagli impianti sciistici per direzionarli sotto forma di nuove risorse per il 2023".
Al tavolo convocato dal ministero del Turismo, la Santanché ha ringraziato le Associazioni di categoria: erano presenti, tra gli altri, l'Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari), l'Associazione Maestri Sci Italiani, Confindustria Alberghi, Federalberghi e Federturismo Confindustria. Il terzo ambito d'intervento è stato individuato sugli ammortizzatori sociali, "che in fasi emergenziali come questa, sono fondamentali", ha aggiunto la Santanché, spiegando di aver avuto i primi contatti con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone. Quarta misura d'intervento andrà incontro alle località montane dell’Appennino "dove c’è una situazione problematica, le risorse Imu riscosse dallo Stato in virtù del decreto varato dal governo Monti vengano spese nuovamente in quei Comuni".
"Interventi in poche settimane"
Queste promesse verranno realizzate nell'immediato: "Il tempo che do a me stessa è di 2-3 settimane", ha aggiunto il ministro che vuole evitare la chiusura delle aziende invernali e la perdita di numerosi posti di lavoro. Ecco perché la preoccupazione maggiore riguarda l'esecuzione, ossia le tempistiche e come verranno gestiti i fondi gli strumenti "che verranno messi a disposizione per far fronte al problema", ha aggiunto il ministro. Agli organi di stampa, poi, ha spiegato che "Il tavolo resterà permanente: ora per gli Appennini poi per la montagna".
L'idea di Giani
Nel caso specifico, la quarta misura di cui ha parlato il ministro risulta essere stata un'idea del presidente della Toscana, Eugenio Giani, il quale ha suggerito che il 50% della riscossione dei Comuni dovesse essere stornato per le zone disagiate "e invece in questo momento emergenziale sarebbe opportuno che queste risorse potessero rimanere sul territorio". L'esempio riportato riguarda l'Abetone dove, su quasi due milioni di euro, la metà viene restituito nel fondo nazionale. "Noi chiediamo che per le località di montagna dell'Appennino dove c'è l'emergenza neve quello che viene riscosso venga rispeso in quel Comune. Non costa un euro in più allo Stato ma la solidarietà, in questa situazione, è rispenderli dove vengono riscossi".
"Bene l'iniziativa del ministro"
Un plauso all'iniziativa del ministro Santanché è arrivata dal presidente del Consiglio comunale di Abetone Cutigliano e consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Diego Petrucci, per il quale "serviva una risposta immediata per gli Appennini che stanno vivendo la crisi peggiore degli ultimi decenni. Il tempismo con cui il ministro ha convocato la riunione di questa mattina è fondamentale per evitare il corto circuito, forse irreversibile, di un intero sistema".
Si fa sentire anche il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina, a margine dell'incontro tra le associazioni di categoria e il ministro Santanchè raccontando i numeri del turismo negli Appennini durante la stagione invernale, pari a circa due miliardi di euro e con circa 65mila persone impiegate in oltre 14milia strutture ricettive. Da qui l'urgenza di intervenire perché il settore "coinvolge 9 regioni e 160 comuni che garantiscono accoglienza per quasi 6 milioni di presenze invernali sugli Appennini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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