Antonio Tajani, è stato ospite di "4 di sera Weekend", il programma di approfondimento politico in onda su Rete quattro. Durante il suo intervento, il vicepremier e ministro degli Esteri ha affrontato le principali tematiche politiche che riguardano il nostro Paese, soffermandosi sui temi più caldi, come le due guerre, quella in Medioriente e quella in Ucraina, che hanno assunto un ruolo fondamentale nella politica estera italiana. Nei giorni scorsi è stata piuttosto dibattuta, anche nel nostro Paese, la sentenza della Corte penale internazionale, che ha spiccato un mandato di cattura internazionale per Benjamin Netanyahu.
Una decisione che ha spaccato l'Europa e che ha avuto reazioni diverse anche nel nostro Paese. Il ministro Matteo Salvini ha dichiarato che il premier israeliano è il benvenuto nel nostro Paese, perché "i criminali di guerra sono altri". Una posizione diversa rispetto alle più caute esternazioni fatte sia dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e dallo stesso titolare della Farnesina, che in tv ha spiegato qual è la ratio del governo. "Le opinioni di Salvini sono legittime ma parla in quanto capo di partito. La posizione dell'Italia e del governo su questa vicenda è la posizione del presidente del Consiglio, che il ministro degli Esteri ha il dovere di attuare anche perché poi il ministro degli Esteri condivide la posizione del presidente del Consiglio", ha spiegato Tajani, ribadendo un concetto già più volte espresso.
"Bisogna vedere le carte, cioè cercare di capire per quale motivo si è arrivati a questa decisione da parte della Corte. Noi la rispettiamo, però dobbiamo tener conto che la Corte deve svolgere soltanto un ruolo giuridico, non un ruolo politico", ha spiegato ancora il ministro degli Esteri, che ha sottolineato come, in questo momento, "serve grande prudenza perché non credo che il mandato di arresto per Netanyahu e per l'ex ministro della difesa sia un passaggio utile che favorisca la pace e il cessate il fuoco". Al contrario, ha aggiunto, "fa indispettire Israele. Netanyahu non verrà mai arrestato perché non andrà in nessun Paese in questo momento, essendoci la guerra in corso in Israele, ma rimarrà in Israele. Se va negli Stati Uniti, gli Usa non riconoscono la Corte, quindi non c'è alcun pericolo sostanziale per lui". E poi ha aggiunto: "Noi sosteniamo la posizione americana che punta veramente a trovare un accordo. Poi si lavorerà per trovare un cessate del fuoco a Gaza perché la situazione è veramente preoccupante in tutta quell'area".
Secondo Tajani, quella assunta a L'Aia, è "una scelta politica. Ripeto, noi decideremo insieme ai nostri alleati il da farsi, tant'è che lunedì e martedì si svolgerà il G7 Esteri a Fiuggi. Ne parleremo con i nostri alleati, porremo il problema, vedremo se si potrà arrivare ad una posizione comune e, come Occidente, decidere il da farsi".
In quest'ottica, il ministro degli Esteri ha ripetuto il concetto espresso nei giorni scorsi: "L'unica cosa che noi politicamente dobbiamo dire è che non si può assimilare Netanyahu, che è il presidente del Consiglio di un Paese democratico dove ha vinto le elezioni ed è stato eletto dal popolo israeliano, al capo di una organizzazione terroristica. Cioè all'uomo che ha pensato e organizzato la strage degli israeliani il 7 ottobre dell'anno scorso". E questo, spiega, "è per noi un aspetto politicamente di grande rilievo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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