All'atto finale in Aula per una manovra blindata dal voto di fiducia l'unico momento di sfogo (soprattutto per i rappresentanti dell'opposizione) è la dichiarazione di voto. Inevitabile quindi qualche sapido siparietto. Come quello che ha avuto per protagonisti il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il leader di Italia viva, Matteo Renzi. Tutto comincia con la richiesta del leader Iv al presidente del Senato di far rispettare il silenzio in aula durante l'intervento. La Russa ribatte che il brusio di fondo è nella norma e chiede a Renzi di evitare di dare lezioni: «Capisco che lei voglia un silenzio assoluto, ma siamo nella regola. La prego di non darmi lezioni». Indispettito dalla replica, Renzi sbotta: «lei non mi può interrompere in diretta televisiva. Lei, camerata La Russa, deve rispettare l'opposizione in questa Aula». Di qui la scaramuccia prosegue con il presidente del Senato che ribatte: «E lei deve avere la cortesia di non sfuggire alla verità». Al che al leader di Italia scappa una battuta che potrebbe essere catalogata come body shaming: «Il fatto che il presidente non avverta i rumori è tipico di una età incipiente che va avanti». Aggiungendo
poi, riferito all'epiteto «camerata» mal accolto da La Russa, «pensavo di farle un complimento».
Poi in favore di microfoni in serata ha aggiunto che non era mai successo che un presidente del Senato interrompesse un parlamentare in diretta tv. «Mi dispiace che Renzi anziché scusarsi menta sapendo di mentire - è la replica di La Russa -, facendo finta di essere stato interrotto mentre argomentava, ma il video del suo intervento lo inchioda».
Come è quasi prassi le dichiarazioni di Renzi provocano una ridda di reazioni a iniziare da quella della vicecapogruppo di FdI Antonella Zedda. «Se un nostro parlamentare avesse offeso per la sua età un presidente del Senato di diversa estrazione politica, sarebbe accaduto comprensibilmente il putiferio - commenta la senatrice -. Ma non sarebbe potuto succedere, perché Fratelli d'Italia conosce il rispetto delle istituzioni e delle persone».
Fuori dall'aula il secondo tempo dello show di Renzi. In Transatlantico, parlando con i cronisti presenti, il leader di Italia viva torna a commentare la norma che proprio i media hanno definito «anti-Renzi», vale a dire la norma che vieta ai parlamentari di offrire consulenze
a Paesi stranieri. «Sarò pure antipatico - argomenta- e avrò pure il 2% nei sondaggi, ma sono un dirigente dell'opposizione. Questo è un precedente gravissimo perché se Schlein va a Chigi, se volesse, potrebbe colpire un parlamentare dell'opposizione». E non ha dubbi sul «mandante» della norma: «L'hanno voluta le sorelle Meloni per colpirmi. Perché io quando faccio campagna elettorale posso arrivare, come alle europee, quasi al 4%. Sono voti che valgono doppio perché sono tolti al centrodestra». La norma, però, pone fine a una anomalia del sistema italiano, spiega il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari.
«Renzi ha detto che abbiamo fatto una norma contro un leader dell'opposizione? - spiega l'esponente di Fratelli d'Italia - Io non so se lui reputa questa una norma ad personam, io reputo assolutamente un'enorme anomalia la possibilità per i membri del governo e per i membri del Parlamento di percepire compensi da entità pubbliche o private di Stati esteri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.