Il 2024 è stato l'anno delle inchieste sull'urbanistica e dei cantieri sequestrati. Il 2025 dovrebbe essere quello della svolta, con il Salva Milano, voluto da destra e sinistra, e quindi la ripartenza dei lavori. Su questa grana anche il sindaco Beppe Sala si gioca molto. Tanto che, ai tentennamenti del Pd in vista del voto definitivo in Senato, ha persino minacciato di dimettersi.
Da una parte ci sono i pm, i comitati di quartiere, gruppi di intellettuali, professori, urbanisti, costituzionalisti. Dall'altra gli architetti, gli ingegneri, i costruttori, gli immobiliaristi, la politica quasi tutta e trasversalmente. La disfida dell'urbanistica ha come non mai spaccato la città. Sui due fronti si scontrano categorie, politici e semplici cittadini. Come guelfi e ghibellini, divisi e contrapposti tra chi intende bloccare decine di cantieri in nome della lettera delle - molto datate - norme urbanistiche e chi al contrario vuole far ripartire un intero settore che a cascata ne coinvolge altri in nome dello sviluppo. Chi chiede al Parlamento di non approvare il ddl Salva Milano e chi spinge per il via libera a gennaio a Palazzo Madama.
Sono una quindicina i fascicoli aperti in Procura (quelli noti) per presunti abusi edilizi in progetti molto spesso di torri e di nuovi palazzi dentro i cortili. Per i pm del dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, tutte queste costruzioni sono state autorizzate da Palazzo Marino in modo illecito, con semplice Scia e senza i dovuti piani attuativi. Oppure facendo passare per «ristrutturazione» i nuovi edifici. Ma sarebbero ben 150 i progetti al palo, quelli che il Salva Milano sbloccherebbe. Tra gli altri, le Park Towers di Crescenzago, il Bosco Navigli di Stefano Boeri, le Residenze Lac al Parco delle Cave, la Torre Milano di via Stresa. C'è un'ulteriore incognita: la Procura avrebbe intenzione di chiedere di sollevare la questione di legittimità costituzionale davanti alla Consulta.
I comitati, come ad esempio quelli riuniti nella Rete dei comitati della Città Metropolitana di Milano, sono stati parte attiva con numerosi esposti e segnalazioni di presunti abusi raccolti battendo la città e portati in Procura. Poi c'è l'appello firmato da 140 intellettuali, non solo milanesi. Chiedono ai senatori di non approvare la proposta di legge numero 1309, il Salva Milano, che, dicono, rischia di cambiare «radicalmente il futuro delle nostre città, rendendole sempre più congestionate ed elitarie». Tra i firmatari, urbanisti, giuristi, costituzionalisti, economisti, storici, sociologi, geografi. Nei partiti, i Verdi remano contro per statuto, ma anche molti esponenti del Pd a livello nazionale si sono detti perplessi sulla nuova legge. Nei sindacati infine bocciano il ddl la Uil di Milano e della Lombardia e Fillea Cgil.
Sul fronte opposto, al fianco di costruttori, immobiliaristi e altri operatori e cittadini che hanno già investito i risparmi nelle case in costruzione, il primo sponsor del Salva Milano e della riapertura in massa dei cantieri è il sindaco Sala. Che sottolinea i danni che si stanno consumando a carico di un intero settore strategico, dello sviluppo urbanistico della città, delle casse comunali in termini di oneri urbanistici non incamerati e, non ultimi, dei funzionari di Palazzo Marino che sono finiti indagati per aver vidimato i permessi a costruire e che quindi da mesi rifiutano di firmarne di nuovi. «Mi piange il cuore per loro - ha dichiarato il sindaco -, hanno solamente attuato una volontà politica». Il primo cittadino si è detto «incazzato» sulla questione. «C'è una situazione da sanare. Io non ho visto una persona, in questi anni, alzare la mano e dire che c'è qualcosa che non va. Allora sono diventati fenomeni adesso?... Noi abbiamo fatto tutto in trasparenza». E sulle conseguenze: «La città di Milano ha subito un fortissimo rallentamento edilizio, con una drastica diminuzione degli introiti per il Comune, pari a circa 140 milioni di euro in meno rispetto al periodo del 2023». Questo, ha aggiunto, ha comportato il fermo di molti cantieri e la perdita di oltre 3mila posti di lavoro nel comparto delle costruzioni.
Sia l'Ordine degli architetti sia quello degli ingegneri infine hanno più volte ribadito la necessità di fare presto con la nuova legge. E di trovare una via per «risolvere l'impasse» della città.
I primi in particolare hanno invocano «certezza su questa attività legislativa e l'impegno del governo a portare avanti questo provvedimento attesissimo per mettere fine all'incertezza che blocca, rallenta e rigetta molti progetti di sviluppo immobiliare e rigenerazione della città di Milano».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.