Il grande jazz di Fresu e Galliano scopre la Sardegna

OlbiaCi fu un tempo non tanto lontano, in cui la Sardegna non veniva nemmeno sfiorata dal jazz, malgrado l’impegno tenace di alcuni esperti locali, mentre nel resto d’Italia la musica arrivata dall’America dilagava come in quasi tutta l’Europa. Un paio di avvenimenti simbolici, entrambi estivi, sono ancora ricordati perché da quel periodo tutto cominciò a cambiare. Nel 1980, nel corso di una festa popolare tenuta nell’Anfiteatro di Nuoro, si incontrarono in concerto il sassofonista Eugenio Colombo e il maestro di launeddas Aurelio Porcu. Fu un successo clamoroso: Colombo venne scelto perché era uno dei primi solisti di jazz che aveva imparato la tecnica della respirazione continua, indispensabile per suonare il millenario strumento sardo, e i due si intesero a meraviglia. Due anni dopo, nell’Anfiteatro di Cagliari, ci fu una sorta di passaggio di testimone fra il pluristrumentista bergamasco Gianluigi Trovesi, già noto a livello internazionale, e un giovanissimo trombettista sardo esordiente, Paolo Fresu. Chi c’era rammenta bene l’atteggiamento protettivo di Trovesi, sottolineato dalla sua statura gigantesca, verso il collega che ebbe un decollo quanto mai brillante.
Adesso nella grande isola i concerti e i festival (perfino invernali) non si contano, e per parlarne bisogna scegliere commettendo inevitabili omissioni. Mentre scriviamo inizia la ventiduesima edizione di Time In Jazz, oggi itinerante fra Berchidda, Olbia, Tempio, Ozieri, Sassari ed altre località, fondato e diretto proprio da Paolo Fresu. Ha un programma cospicuo con un incipit insolito: il gruppo Quiche Lorène approda nella zona con il traghetto Civitavecchia-Golfo Aranci. Nella settimana seguente spiccano i nomi di Peter Waters, Gavino Ledda con Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Jan Garbarek, Jan Lundgren, Richard Galliano, Terakaft, Marcella Carboni - raro e brillante esempio di arpista jazz - e di Gianfranco Cabiddu che cura una rassegna di film.
Dal 27 al 31 agosto Santa Teresa di Gallura propone jazz per l’ottavo anno consecutivo, questa volta esplorando la musica afro-americana nei suoi rapporti con il continente neolatino. Si ascolteranno fra gli altri la Bandakadabra accompagnata da percussionisti brasiliani, il quartetto di sassofoni Arcadia, gli Aires Tango con Javier Girotto, il Nuovo quartetto atlantico di Enzo Favata, il soprano Karin Schmidt con Paolo Alderighi e il progetto «Tinissima» di Francesco Bearzatti.
Gran finale, dal 27 agosto al 6 settembre, sul lato opposto della Sardegna a due passi da Capo Teulada. Nella piazza del Nuraghe di Sant’Anna Arresi ha luogo la ventiquattresima edizione de «Ai confini fra Sardegna e Jazz», una delle più antiche manifestazioni specifiche dell’isola. È una rassegna che tiene alta la tradizione per la quale, a differenza dei jazzfest di luglio, quelli di agosto puntano lo sguardo sulla ricerca e talvolta sull’avanguardia.

Ecco perciò l’Hypnotic Brass Ensemble, Wadada Leo Smith in quartetto, The Hungry March Band, il sommo chitarrista Stanley Jordan in Trio, Abraham Burton con Eric McPherson e altri ancora. Sarà uno dei festival più interessanti di tutta l’estate.

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