Milano - D’accordo, lì per lì sembra una scelta banale. Ma come, la rockettara Irene Grandi pubblica un album di canzoni di Natale? Eppure basta ascoltare i dodici titoli, da Buon Natale a tutto il mondo di Domenico Modugno fino a Wonderful Christmas time di McCartney, per capire che sono una palestra nella quale si è allenata la nuova Irene Grandi, questa bella cantante incompiuta che adesso prova ad andare oltre al rock duro e puro. «In realtà sono sempre stata molto più varia nei miei gusti musicali», dice lei, presentandosi con un look nuovo, cioè capelli lunghi a boccoli e trucco più femminino, ma coll’accento vecchio, quella parlata toscana che la fa sembrare una monella anche quando, d’improvviso, lei cita Dickens e ti dice: «Niente di nuovo è mai accaduto senza che qualcuno ridesse subito».
In effetti, cara Irene Grandi, anche lei in un primo momento avrà sorriso pensando di incidere «Silent night» o «Happy Christmas».
«Però prima nessuna cantante italiana aveva mai inciso un disco di canzoni natalizie».
Sì ma è una sorpresa che a farlo sia stata proprio lei, quella di «Bruci la città» o «In vacanza da una vita».
«L’ispirazione mi è venuta ascoltando Feed the world di Bob Geldof ma subito, certo, ero abbastanza insicura. Poi mi sono illuminata pensando che il Natale è anche un momento popolare nel quale si devono riscoprire i valori umani».
Pensi che fino a pochi anni fa a un cantautore italiano era quasi vietato dire queste cose: troppo di massa, troppo demagogiche.
«Mi sono stancata di cantare di me stessa, degli amori, delle sofferenze, dei dolori. Basta! Adesso voglio dare messaggi di positività. Da circa un anno vivo una sorta di crisi mistica, faccio yoga e meditazione, mi sono temporaneamente separata (il mio compagno è andato a vivere in Sudafrica, poi capiremo che cosa sarà di noi) e vedo il mondo da un’altra prospettiva».
Si è anche avvicinata alla fede?
«Sono sempre stata molto agnostica su questo argomento. Ma nei miei viaggi in India ho incontrato la grande madre Amma (una maestra spirituale, vero nome Mata Amritanandamayi, ndr) e mi sento vicina al suo messaggio d’amore».
Insomma, una rinascita. Ha anche cambiato look.
«Sono un po’ più femminile, finalmente. Mi piace mettere la scarpa col tacco, raccogliere i capelli, in poche parole evidenziare un lato di me che è rimasto a lungo nascosto».
Ce ne si può accorgere dal duetto «Qualche stupido ti amo» con Alessandro Gassman. Lui è pensieroso e roco. Lei è quasi maliziosa.
«Quello è il brano che nella versione inglese si intitola Something stupid e che in passato è stato cantato persino da Frank Sinatra e sua figlia».
L’hanno fatto anche Robbie Williams e Nicole Kidman.
«E allora diciamo che mi sento più vicino a Robbie che a Nicole. In realtà volevo un bel personaggio con cui cantare questo brano e Alessandro è stata la scelta giusta: un attore versatile e ironico. E ha un bel timbro di voce, vellutato ma con qualche spina qui e là. A gennaio registreremo anche un video insieme».
Nell’album c’è anche un brano di Mina, «È Natale».
«Lei non poteva mancare.
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