Il Grillo parlante e la destra mancante

Grillo attirerà esuli di Bossi, di Tonino e i proiettili vaganti dell'estremismo di cen­tro staccatisi dal berlusconismo...

Il Grillo parlante e la destra mancante

Il presenta­tore del circo, Zurlì Mentana, an­nuncia godurioso e spaventato che i gril­lini sfiorano il 20% e s’appaiano all’ex partito di maggioranza, il Pdl.

Che brivido, che eccitazione. Intanto il record personale di Mentana, in tutto il tg ha detto trenta volte «clamoroso»; anche se vede un cane che fa pipì per lui è clamoroso. Ma quel che turba è l’avan­zata di Grillo.

Sembra una favola di Fedro o Esopo, scegliete voi: avete presente la rana e il bue? Qui siamo al grillo e al bue, il grillo si gonfia come un bue e allo stesso tem­po il bue s’affloscia e si rimpicciolisce co­me un grillo. Poi magari il grillone scop­pia, come la rana. Il bue non si sa: si faran­no lacerti o duplicati?

Lasciamo la zoologia favolosa e rien­triamo nella politica penosa. Non credo che Grillo prenderà quella barca di voti. Magari ne prenderà tanti, come varian­te colorita dell'astensionismo. Ma non esageriamo. Le intenzioni di voto, si sa, sono minacce, sfoghi, sfregi, avverti­menti. E c'è l'effetto contagio che non du­ra una vita.

Grillo è un collettore, non un leader. Molti che si raccolgono dietro di lui non sono suoi seguaci (vedi Parma): gli chie­dono un passaggio, usano il suo mar­chio per irrompere in politica restando­ne fuori. Fenomeno interessante.

E poi, Grillo attirerà esuli di Bossi, di Tonino e i proiettili vaganti dell'estremismo di cen­tro staccatisi dal berlusconismo.

Ma alla fine ci vorrà qualche forza più strutturata, con una storia alle spalle, per dar forma e contenuto a quel senti­re. Un tempo si chiamava destra.

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