Roberto Bonizzi
Fabio Grosso nellolimpo dei perfetti. I dieci autori di prestazioni da dieci nella storia dello sport. Lui commenta perplesso: «Addirittura...». Ma è come Nadia Comaneci, lesile ginnasta romena diventata limmagine delle Olimpiadi di Montreal 76. Lei, quel voto, lo fece scrivere e leggere per prima. Un esercizio immacolato, ripetuto altre sei volte. Un dieci dopo laltro. Da allieva secchiona. O da bimba quattordicenne quasi schiava dellallenamento militare nelle mani di Bela Karolyi. Con quel pizzico di genio che fa sballare le macchine: i computer dei giudici erano tarati solo fino a 9,99. Mancava quel centesimo di purezza e follia.
Tra Rocky Marciano e Mark Spitz entra in dribbling Fabio Grosso. È inserito allottavo posto della classifica stilata dal network americano Fox Sport. Il terzino di 29 anni che, dopo sei stagioni passate tra dilettanti e C2 (Renato Curi, Teramo e Chieti), venne scoperto e lanciato da Cosmi. Cinque anni dopo infila lultimo rigore alle spalle di Barthez e alza la Coppa del mondo. «La sua non è stata una giocata o una partita perfetta - dice la pagella -, ma un mese perfetto. Ha raggiunto la finale senza concedere un solo gol agli avversari (autorete di Zaccardo a parte)». E poi ci sono le imprese vere. Quelle da terzino vecchia maniera. Palla che fila lungo la linea laterale. Corsa veloce. Testa alta. Indietro quando serve. Avanti quando nemmeno i tuoi compagni ci credono più. Il rigore conquistato allultimo minuto con lAustralia negli ottavi. Il gol al 119contro i tedeschi in semifinale con quel sinistro a girare: lItalia urla, Dortmund ammutolisce. E poi il capolavoro di freddezza dellultimo rigore alla Francia. Perfetto. Grosso ringrazia: «È lennesima soddisfazione di un periodo straordinario, vedere il mio nome accostato a quello di campionissimi della storia mi riempie dorgoglio. Sono giorni che non dimenticherò mai». Lazzurro è la sorpresa. Un po perché il «soccer» negli Stati Uniti è uno sport minore: propedeutico (per studenti) o marginale (piace ai latinos). Un po per le imprese degli altri «perfetti». La Comaneci, una leggenda. Seguita da Don Larsen, lanciatore degli Yankees che nelle World Series delle Mlb nel 56 vinse da solo gara 5 eliminando tutti e 27 i battitori avversari, dopo aver passato la notte prima nei bar. Poi le 49 vittorie consecutive di Rocky Marciano: campione del mondo dei massimi dal 1952 al 1955. Con lultima, leggendaria, su Archie Moore per ko alla 9ª ripresa dopo averne subito uno in avvio. Ai piedi del podio il cestista Christian Laettner: 10 su 10 dal campo nella finale di college basket del 92. Davanti a un altro mito indimenticabile. Il «pesce» baffuto Mark Spitz, slippino nero, vasca lunga, Olimpiadi listate a lutto di Monaco 72: sette specialità (100 e 200 stile, 100 e 200 farfalla, più tre staffette), sette ori, sette record del mondo. In classifica pure un cavallo, Secretariat, protagonista della Triple Crown nel 73.
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