Guasto ai motori, in 265 bloccati sulla nave

È giallo sugli orari: secondo la compagnia di bandiera l’allarme sarebbe stato lanciato alle 4 di notte. Ma la capitaneria nega: «Avvisati solo alle 6»

Carmine Spadafora

da Napoli

Un inspiegabile guasto ad entrambi i motori di propulsione del traghetto Partenope, della compagnia «TTT Lines», ha gettato nel panico i 265 passeggeri diretti da Napoli a Catania. L'avaria si è verificata a circa 25 miglia dal Golfo di Policastro (Salerno) quando era da poco trascorsa l'1,30. In quel momento il mare era «forza 3», come si dice in gergo meteorologico «poco mosso o mosso». Poca cosa, comunque, per «spaventare» un colosso come il Partenope, anche se in balia del mare con i motori spenti.
In base ad una ricostruzione di Ivo Iacono, dirigente della società «TTT Lines», dalle 2 alle 4 del mattino si è cercato di capire che tipo di guasto avesse provocato il blocco dei due motori e, in che modo fosse possibile riportare la nave in porto. «Quando ci siamo resi conto che non si poteva fare nulla per riparare il guasto, abbiamo avvisato le capitanerie competenti», ha spiegato Iacono.
A salvare i 265 passeggeri e i 43 membri dell'equipaggio, ha però provveduto la nave Trinacria, gemella della Partenope che stava compiendo la traversata all'incontrario da Catania a Napoli. Intorno alle 5, è avvenuto l'aggancio tra i due traghetti, scortati da tre motovedette della Capitaneria di porto di Napoli, Salerno e Agropoli. Solo intorno alle 15 di ieri i passeggeri hanno potuto sbarcare. E a bordo ci sono stati attimi di paura: una passeggera è stata colpita da una forte colica addominale e per lei è stato necessario il ricovero all'ospedale Loreto Mare appena arrivata a Napoli.
E ora tra la «TTT Lines» e le «divise bianche» nasce una piccola guerra di orari: la compagnia di navigazione sostiene di avere dato l'allarme alla Capitaneria alle 4 che, però, ribatte: «Ci hanno dato avvertiti soltanto alle 6».
Dal momento dell'aggancio, le due «gemelle» hanno viaggiato «alla velocità di 11 nodi, senza difficolta», ha spiegato Iacono. In un primo momento i comandanti delle due navi avevano ritenuto di dover attraccare nel porto di Salerno, più vicino rispetto a quello di Napoli e che avrebbe fatto risparmiare un'ora sulla tabella di marcia ma, alla fine si è deciso di allungare il percorso fino al porto di Napoli: da lì sarebbe stato più agevole per i passeggeri arrivare a Catania.
La ripartenza per la Sicilia è avvenuta ieri sera con la Trinacria ma non ha reso proprio felici i 265 passeggeri della Partenope, che arriveranno giusto con 24 ore di ritardo a Catania. All'arrivo nel porto di Napoli, più di uno si è lamentato: «Nessuno ci ha avvertiti che la nave si fosse fermata. Me ne sono accorta perché sono uscita per andare a fumare. Un giorno di ritardo è davvero molto. Avrebbero dovuto metterci a disposizione dei mezzi sostitutivi anzichè aspettare ancora ore per ripartire», spiega una donna provata dalla lunga e difficile notte.
Un altro protesta «per la mancanza di assistenza». «All'inizio quelli dell’equipaggio non sono stati molto disponibili poi, evidentemente, hanno ricevuto ordini diversi». La Capitaneria di porto di Napoli ha disposto l'apertura di una inchiesta acquisendo il «diario di bordo».

Secondo la compagnia di navigazione, l'avaria sarebbe stata provocata da una perdita del circuito di raffreddamento. Per evitare un surriscaldamento del motore o, addirittura, un eventuale incendio, il comandante della nave, ha ordinato al comandante della sala macchine di spegnere i motori.

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