Un guasto al giorno: la cura del metrò

«Un guasto al giorno toglie ogni certezza di torno». La parodia del proverbio ben si addice ai bistrattati utenti del trasporto pubblico. Un po’ come giocare alla roulette, senza avere mai la certezza di arrivare a destinazione. Ieri, l’ennesimo blocco sulla linea A della metropolitana, dalle 16 alle 16,30, nel tratto Ottaviano-Battistini. Il terzo, dopo quello di domenica, quando un convoglio si è fermato nel tunnel tra le stazioni di Furio Camillo e Colli Albani. Lunedì, stesso copione: la ferrovia Roma-Pantano si è interrotta per più di un’ora tra le fermate di Laziali e Porta Maggiore. Ieri, ancora un altro stop, causato da un problema tecnico agli scambi della stazione di Battistini. Ma, al microfono, nessun annuncio che informasse i passeggeri del disagio. Un’apnea di mezz’ora, sufficiente a scatenare il caos. «A Cornelia ci hanno detto di scendere - racconta Patrizia, in visita a Roma dalla Calabria - ma fuori non c’era nessuna navetta. Così, abbiamo aspettato il 490 e, quando finalmente siamo riusciti a salire, per poco non siamo rimasti schiacciati dalla folla». Una sgradevole sorpresa per chi non ha mai testato la metropolitana di Roma. Per gli utenti abituali, invece, un’amara conferma. «È sempre la stessa storia - lamenta Carlo - eppure, ogni mese sborso 30 euro di abbonamento per un servizio così scadente». Rassegnate, Patrizia e Angela, si sfogano: «Il disagio è quotidiano e, quando usciamo di casa la mattina, non sappiamo mai se, e quando, arriveremo». Sconsolata, Elisabetta fissa con ansia l’orologio. Conta i minuti e sospira, pensando al treno per Cassino che, ormai, è già partito. «Per colpa del guasto - dice - dovrò aspettare un’ora alla stazione la prossima coincidenza. Sono scesa a Battistini, ma non si capiva cosa fosse accaduto. Prima mi hanno detto che avrebbero chiuso la stazione, ma fuori non ho visto neanche una navetta. Dopo cinque minuti, mi hanno fatto rientrare perché il servizio era ripartito».
Che fosse un’altra giornataccia, Nando, invece, l’aveva capito subito. «Sono salito in metro alle 7,15 - racconta - e viaggiava a rilento, con soste più lunghe del solito». Ma l’eccezione, ormai, è la norma, a quanto dicono i passeggeri. Ed è proprio a loro che Fabio Desideri, capogruppo della Dc alla Pisana, ha rivolto un appello: «Resistere. Resistere. Resistere.

I romani non devono rassegnarsi di fronte alla serie nera innescata dalla famigerata “cura del ferro” del Campidoglio. Perciò, ribadisco l’urgenza di attivare una commissione di inchiesta. La Regione non può funzionare solo da bancomat, deve tutelare la sicurezza dei romani e dei turisti e contribuire a fornire un servizio adeguato».

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