Guerra tra toghe per il procuratore di Palermo

In corsa per la carica Guido Lo Forte, e Giuseppe Pignatone

Stefano Zurlo

da Milano

La corrente è spaccata in due. E il voto si annuncia difficile. È una guerra tutta interna a Unicost, la corrente di centro della magistratura italiana, quella che si combatte al Csm. In palio la poltrona, pesante, di Procuratore di Palermo. I tempi stringono: per oggi alla Commissione incarichi direttivi è programmato il voto dei due consiglieri di Unicost Vladimiro De Nunzio e Giuseppe Meliadò. Due i candidati e molti i tormenti: Guido Lo Forte, storico braccio destro di Giancarlo Caselli e Pm del processo Andreotti, e Giuseppe Pignatone, più vicino a Piero Grasso e uno degli artefici dell’arresto di Bernardo Provenzano.
È proprio Unicost l’ago della bilancia nella partita, ma il nodo è di quelli aggrovigliati: tanto per cominciare sono di Unicost tutti e due i contendenti. Certo, Lo Forte rappresenta l’esperienza caselliana, quella controversa dei grandi processi politici, mentre Pignatone, emarginato ai tempi dell’antimafia militante, è tornato in auge nella stagione di Grasso, transitato a ottobre alla Procura nazionale antimafia. Ma i problemi non finiscono qui; a quanto risulta al Giornale i sei consiglieri di Unicost sono divisi esattamente a metà: tre per un candidato e altrettanti per l’altro. Non sarà facile cucire le due anime del raggruppamento. Oggi, intanto, la pratica ritorna alla Commissione incarichi direttivi proprio per ascoltare il parere dei due membri di Unicost. La commissione infatti aveva già espresso i suoi orientamenti: Lo Forte aveva raccolto un voto, quello di Magistratura democratica, Pignatone due, quelli del laico di Forza Italia e di Magistratura indipendente. Il laico di sinistra si era invece astenuto. E Unicost? Aveva scelto una terza via: De Nunzio e Meliadò avevano votato per il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa. Poi, qualche giorno fa, la sorpresa: Papa si è sfilato dalla competizione, perchè l’esito del voto allontanava «la formazione di un ampio consenso quale si sarebbe auspicato».
A questo punto, secondo la procedura del Csm, i due togati di Unicost dovranno tornare a indicare le loro preferenze. Opteranno per Lo Forte che sembra leggermente avvantaggiato? La realtà è che lo psicodramma è in corso e non è chiaro come se ne uscirà. Anche perché la commissione cristallizza le candidature ma non vincola il plenum. Dunque, il duello potrebbe proseguire anche nei prossimi giorni. Il Guardasigilli Clemente Mastella darà il suo concerto ai nomi di Lo Forte e di Pignatone, poi l’assemblea di Palazzo dei Marescialli farà la sua scelta. Definitiva.
Ventiquattro i votanti, conteggiando anche il Presidente e il Procuratore generale della Cassazione. I numeri sono incerti: Lo Forte dovrebbe avere i cinque voti di Md e quello del laico di sinistra, i «verdi» sono a loro volta spaccati, mentre stanno con Pignatone Mi e i laici di centrodestra.
Diventa così decisivo l’atteggiamento di Unicost. Ma, a poche ore dal voto in commissione, nessuna decisione è stata ancora presa. «Speriamo di riunirci nelle prossime ore per esaminare la questione», spiega il segretario della corrente Marcello Materia.

I giochi sono ancora aperti, anche se il curriculum dà un qualche vantaggio a Lo Forte: arrivò primo al concorso con cui entrò in magistratura. Lo stesso giorno di trent’anni fa in cui iniziava la sua carriera anche Pignatone.

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