Raid Usa in Siria e Iraq: iniziata la rappresaglia contro l'Iran

Gli Stati Uniti hanno condotto attacchi con aerei con e senza pilota in Iraq e Siria come risposta agli attacchi alla base in Giordania

Raid Usa in Siria e Iraq: iniziata la rappresaglia contro l'Iran
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Gli Usa hanno deciso di reagire: Fox News ha confermato che l'esercito americano sta in queste ore colpendo obiettivi sensibili in Iraq e Siria. La tv di Stato siriana ha annunciato che ci sarebbero almeno 18 morti e feriti a seguito dei bombardamenti. "È solo l’inizio", avrebbe detto un alto funzionario militare. La rappresaglia Usa è partita a seguito come rappresaglia per l'attacco di droni che ha ucciso tre soldati americani in Giordania lo scorso fine settimana.

"Questo pomeriggio, su mia indicazione, le forze militari statunitensi hanno colpito obiettivi in strutture in Iraq e Siria che l'IRGC e le milizie affiliate utilizzano per attaccare le forze statunitensi. La nostra risposta è iniziata oggi. Continuerà nei tempi e nei luoghi che noi sceglieremo", ha dichiarato il presidente Joe Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca. "Gli Stati Uniti non cercano il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma tutti coloro che potrebbero cercare di farci del male sappiano questo: se fai del male a un americano, risponderemo", è la conclusione del presidente.

I primi attacchi americani sono iniziati con aerei senza e con pilota, che hanno colpito i quartier generali di comando e controllo, i depositi di munizioni e altre strutture. Il presidente Joe Biden e altri massimi leader statunitensi hanno avvertito per giorni che gli Stati Uniti avrebbero reagito alle milizie con una “risposta a più livelli”. Non è al momento chiaro quali saranno i prossimi passi. Non è escluso che gli avvertimenti americani dei giorni precedenti abbiano spinto ii membri delle milizie a nascondersi, il che renderebbe più difficile per gli Stati Uniti individuarli e colpirli con precisione. Era evidente che la recente dichiarazione rilasciata da Kataeb Hezbollah, una delle principali milizie appoggiate dall’Iran, secondo cui avrebbe sospeso gli attacchi contro le truppe americane, non avrebbe avuto alcun impatto sui piani di risposta dell’amministrazione. L'Iran ha negato di essere dietro gli attacchi contro gli Stati Uniti.

Stando ad alcune fonti irachene, i bombardamenti hanno colpito i combattenti della milizia irachena Harakat Hezbollah al Nujaba e del gruppo armato a guida iraniana Liwaa Fatemiyoun. Harakat Hezbollah al Nujaba, noto anche come movimento al Nujaba, è una delle principali milizie che fanno parte della cosiddetta Resistenza islamica. Si tratta di una delle principali spine nel fianco degli americani, responsabile della maggior parte degli oltre 170 attacchi contro le basi Usa in Iraq e in Siria dopo lo scoppio della guerra Tra Israele e Hamas. Liwaa Fatemiyoun, invece, è una milizia sciita a guida iraniana attiva in Siria e composta principalmente da combattenti di etnia Hazara. È stata fondata all'inizio degli anni '80 da devoti afgani dell'ayatollah Khomeini. Colpite le installazioni dei Guardiani della Rivoluzione iraniani e le milizie affiliate a Teheran sono stati colpiti oltre 85 obiettivi, con l'impiego di oltre 125 munizioni di precisione.

Questo pomeriggio, l’esercito israeliano ha riferito che il proprio sistema di difesa Arrow ha intercettato un missile che si è avvicinato al territorio israeliano dal Mar Rosso. Il sospetto avanzato dagli israeliani è che sia stato lanciato dai ribelli Houthi dello Yemen, che però non hanno rivendicato immediatamente la responsabilità. Al Jazeera riporta che "I media statali siriani accusano gli Usa di “aggressione” per gli attacchi, che secondo loro hanno preso di mira le aree desertiche della Siria e quelle attorno al confine siriano-iracheno, provocando numerose vittime".

Il segretario di Stato Usa alla Difesa, Lloyd Austin, ha dichiarato: "Non cerchiamo il conflitto in Medio Oriente o altrove, ma io e il Presidente non tollereremo attacchi contro le forze americane. Adotteremo tutte le azioni necessarie per difendere gli Stati Uniti, le nostre forze e i nostri interessi".

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