Dopo aver raccolto oltre 1.500 testimonianze in un documento non ancora condiviso con il pubblico, la polizia dello Stato ebraico ha rilasciato i video di donne israeliane che raccontano le violenze sessuali e le torture subite dai loro concittadini per mano dei terroristi palestinesi durante gli attacchi del 7 ottobre.
“I corpi avevano molte ferite di arma da fuoco, anche mirate alle aree genitali maschili, ne abbiamo viste molte. Erano fissati con gli organi sessuali, sia quelli femminili, sia quelli maschili”, afferma una delle testimoni, parte delle unità di primo soccorso. “Le donne che ricevevamo erano civili, ed erano coscienti quando arrivavano da noi. Vedevamo soprattutto seni amputati o colpi diretti al seno. Agli uomini, invece, sparavano ai genitali o li amputavano”.
“Ho visto che costringevano una persona a piegarsi in avanti e ho capito che la stavano violentando. La passavano da uno all’altro”, racconta un’altra donna, una civile che ha assistito in prima persona alla brutalità dei terroristi. “Era in piedi e stava sanguinando. Lui (uno degli stupratori, ndr) le tirava i capelli e le ha tagliato il seno e lo ha tirato in mezzo alla strada. Gli altri hanno cominciato a giocarci”.
Queste testimonianze orribili sono solo l’ultimo tassello di un puzzle di atrocità che le autorità israeliane hanno iniziato a ricostruire da quando gli uomini di Hamas sono stati respinti all’interno della Striscia di Gaza. I terroristi non hanno risparmiato nessuno, avventandosi su bambine, donne incinte e anziane per stuprarle, mutilare i loro corpi e ucciderle. Secondo gli Stati Uniti, inoltre, l’organizzazione palestinese ha violato i termini della tregua con Israele proprio per paura che le donne ancora prigioniere nella Striscia possano raccontare ciò che hanno subito. Nonostante questa molteplicità di prove, però, la comunità internazionale continua a mantenere un vergognoso silenzio.
UN Women, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile, ha esplicitamente nominato le israeliane vittime di violenza solamente sabato 2 dicembre, in un post su X in cui afferma di essere “allarmata per le numerose testimonianze di atrocità e violenza sessuale basate sul genere” e che “tutte le donne, israeliane, palestinesi così come tutte le altre, hanno diritto ad una vita libera dalla violenza”.
Il tweet ha scatenato l’indignazione degli utenti, con decine di commenti come “58 giorni dopo. Risparmiateci le vostre lacrime di coccodrillo” o “le donne israeliane non si meritano neanche un posto a loro dedicato? Siete una vergogna”.
We reiterate that all women, Israeli women, Palestinian women, as all others, are entitled to a life lived in safety and free from violence.
— UN Women (@UN_Women) December 2, 2023
Read our full statement: https://t.co/gbvae3l8kl pic.twitter.com/b0LZutlJmI
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