Contrastare Israele a tutto campo per espandere la propria influenza in Medio Oriente e, al tempo stesso, stringere in un angolo il nemico giurato numero uno. L'Iran non trarrebbe alcun vantaggio da un'eventuale tregua nella Striscia di Gaza ed è per questo che Teheran starebbe iniziando a pensare al da farsi nel caso in cui dovesse scattare il cessate il fuoco tra Tel Aviv e Hamas. Non è un caso che il nuovo ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Bakri, abbia effettuato una visita in Libano. E che gli iraniani considerino Hezbollah un alleato chiave nella lotta contro lo Stato ebraico.
Il viaggio del nuovo ministro iraniano
Ali Bagheri Bakri si è recato a Beirut per incontrare il Segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah. Qui, nel corso di una conferenza stampa all'ambasciata di Teheran, il ministro ha respinto il piano messo a punto dall'amministrazione Biden per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Rivolgendosi a Israele, il capo dalla diplomazia iraniana ha messo in guarda dal lanciare una guerra totale contro il Libano che è "la culla della resistenza".
"Se gli americani fossero onesti, allora invece di proporre piani per il cessate il fuoco dovrebbero compiere un passo concreto, ovvero porre fine a tutti gli aiuti all'entità israeliana", ha tuonato Bakri. "Solo quando saranno tagliati gli aiuti all'entità israeliana, l'entità non avrà gli strumenti e la capacità per commettere crimini contro i palestinesi e la guerra finirà", ha aggiunto.
Si tratta della prima visita in Libano, e all'estero, di Bakri da quando il 19 maggio il suo predecessore Hossein Amirabdollahian è morto in un incidente in elicottero insieme al presidente Ebrahim Raisi. A Beirut il ministro iraniano ha anche incontrato il suo omologo libanese Abdallah Bouhabib, il presidente del parlamento libanese Nabih Berri e il primo ministro ad interim Najib Mikati. Da Beirut il ministro degli Esteri iraniano ha quindi raggiunto Damasco per incontrare i leader siriani.
Le mosse dell'Iran
Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Irna, Bakri ha visitato Libano e Siria per "incontrare funzionari dei due Paesi e del fronte della resistenza per discutere dei modi di contrastare Israele". Dopo l'incontro con il collega libanese Bouhabib, il capo della diplomazia di Teheran ha sottolineato che "la resistenza è la base per la stabilità nella regione: abbiamo concordato che tutti i Paesi della regione, specialmente quelli islamici, dovrebbero adottare una posizione congiunte per contrastare l'aggressione israeliana e proteggere il popolo palestinese, specialmente a Rafah".
Non è da escludere che l'Iran possa soffiare sul fuoco delle tensioni regionali per ostacolare, o quanto meno complicare, i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza. In che modo? Affidandosi a Hezbollah e agli Houthi. Il gruppo libanese ha lanciato una trentina di razzi sulle alture settentrionali di Golan israeliano provocando la reazione di Tel Aviv. Sheikh Naim Qassem, vice capo di Hezbollah, ha detto che la sua organizzazione "è pronta per la battaglia e non permetterà a Israele di ottenere alcuna vittoria". "Qualsiasi espansione israeliana della guerra al Libano si scontrerà con devastazione, distruzione e sfollamento in Israele", ha aggiunto.
Gli Houthi dello Yemen, intanto, affermano di aver lanciato missili balistici Palestina contro la città di Eilat nel sud di Israele. "Le forze armate yemenite proseguiranno le loro operazioni militari a sostegno e in solidarietà con il popolo palestinese oppresso finchè l'aggressione non cesserà e l'assedio al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non sarà revocato", hanno affermato gli Houthi in una nota.
Ieri l'esercito israeliano ha dichiarato di aver abbattuto un missile su Eilat. Non sono stati segnalati feriti. Ricordiamo che negli ultimi mesi gli Houthi hanno lanciato decine di missili e droni contro Israele a sostegno dei palestinesi a Gaza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.