Raid israeliano su una scuola: "C'erano terroristi". Media: "Hamas dice no al cessate il fuoco"

Un attacco israeliano a una scuola trasformata in rifugio nel centro di Gaza, che secondo le Idf veniva utilizzata come base da terroristi palestinesi. I media sauditi: no di Hamas alla tregua senza la fine della guerra

Raid israeliano su una scuola: "C'erano terroristi". Media: "Hamas dice no al cessate il fuoco"

I negoziati verso il cessate-il-fuoco in Medio Oriente, proseguono sotto i peggiori auspici. Alcun segno di tregua, infatti, giunge dall'area. Questa mattina, un attacco aereo israeliano contro una scuola delle Nazioni Unite, in cui avevano trovato rifugio 6000 sfollati secondo l'Unrwa, ha ucciso almeno 45 persone, anche bambini, secondo i funzionari locali. Le Idf hanno dichiarato di aver effettuato un attacco contro una scuola dell'Unrwa che ospitava un "complesso di Hamas".

Munizioni di fabbricazione americana sono state usate in un attacco aereo israeliano lanciato questa mattina contro una scuola gestita dall'Unrwa nel centro di Gaza, dove avevano trovato rifugio sfollati palestinesi. Lo ha scoperto un'analisi della Cnn che ha visionato il video della scena del raid girato da un giornalista e ha interpellato un esperto di armi esplosive. La Cnn ha identificato frammenti di almeno due bombe di piccolo diametro (SDB) GBU-39 di fabbricazione statunitense.

Il raid sulla scuola

Giornalisti locali hanno riferito alla Bbc che un aereo da guerra di Tel Aviv avrebbe sganciato due missili contro le aule all'ultimo piano della scuola nel campo profughi di Nuseirat. L'ufficio stampa di Hamas, questa mattina, aveva affermato che almeno 27 persone sono state uccise e ha accusato Israele di aver commesso un "orribile massacro". Fonti giornalistiche locali riportano l'uccisione di almeno 32 persone. Ambulanze e squadre di soccorso hanno portato i feriti e i morti in un ospedale vicino. I filmati sui social media hanno mostrato aule distrutte e cadaveri avvolti in sudari in un obitorio. L'ospedale dei martiri di Al Aqsa, nella vicina città di Deir al Balah, ha riferito poi di aver ricevuto i corpi di 37 vittime. Prima dell'ultimo attacco a Nuseirat, l'ospedale aveva ricevuto da martedì "almeno 70 morti e più di 300 feriti, soprattutto donne e bambini, a causa dei bombardamenti israeliani nelle zone centrali della Striscia di Gaza", come riferito da Medici Senza Frontiere.

Ismail al-Thawabta, direttore dell'ufficio stampa di Hamas, ha respinto le affermazioni di Israele secondo cui la scuola delle Nazioni Unite avrebbe nascosto una base di comando di Hamas. Le forze di difesa israeliane hanno affermato che i jet hanno condotto un "attacco preciso su un complesso di Hamas incorporato all'interno di una scuola dell'Unrwa nell'area di Nuseirat" e di aver "eliminato" i "terroristi" di Hamas e della Jihad islamica che hanno preso parte all'attacco del 7 ottobre. L'esercito israeliano ha affermato di aver adottato misure prima dell'attacco aereo per "ridurre il rischio di danneggiare i civili non coinvolti".

L'esercito israeliano sostiene di avere accertato la presenza di 20-30 terroristi di Hamas nella scuola: a riferirlo è stato un portavoce dell'Idf, Peter Lerner, aggiungendo che molti dei combattenti sono stati uccisi nell'attacco aereo. Il portavoce, sottolinea Al-Jazeera, afferma di non essere a conoscenza di vittime civili.

Gli sforzi diplomatici "sotto il fuoco"

Mentre proseguono gli sforzi diplomatici di Qatar, Egitto e Usa per raggiungere un accordo per una tregua, Israele continua a bombardare Rafah e la zona centrale della Striscia. Del resto, come ha ribadito più volte il ministro della Difesa Yoav Gallant "i negoziati con Hamas saranno condotti sotto il fuoco", assicurando che le truppe continueranno a "combattere e logorare il nemico". Adesso a infuocarsi ulteriormente è il "secondo fronte" libanese, dove le truppe dello Stato ebraico si scontrano quotidianamente con Hezbollah.

Nel frattempo, la proposta di un cessate-il-fuoco per il rilascio degli ostaggi è sempre più a rischio: Hamas ha dichiarato di respingerla se non conterrà una chiara garanzia sulla fine della guerra. Lo riporta la testata saudita Asharq Al-Awsat, spiegando che secondo i rappresentanti di Hamas la proposta presentata è diversa da quella illustrata dal presidente Usa Joe Biden. Il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh ha dichiarato ieri che il gruppo terroristico affronterà "seriamente e positivamente" qualsiasi proposta di accordo per un cessate il fuoco basato sulla cessazione totale della guerra e sul completo ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha invece ripetutamente insistito sul fatto che non accetterà alcun accordo sugli ostaggi che impedisca a Israele di portare a termine il suo obiettivo bellico di eliminare Hamas.

Nell'ultima settimana si sono intensificati i lanci di missili e droni da parte delle milizie filo-iraniane che hanno anche innescato vasti incendi. Benjamin Netanyahu, durante una visita alla zona di confine, ha avvertito che Israele è "preparato per un'operazione molto intensa nel nord. In un modo o nell'altro ripristineremo la sicurezza". Su questo punto, gli Stati Uniti di Joe Biden, patron del piano di pace, mettono in guardia contro una escalation in Libano: "Non vogliamo vedere quell'escalation del conflitto che porterebbe solo a ulteriori perdite di vite umane sia tra gli israeliani che tra i libanesi e danneggerebbe gravemente la sicurezza generale e la stabilità di Israele nella regione", ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

Hezbollah ha risposto con diversi attacchi contro le posizioni israeliane, compreso un raid con "missili guidati" contro una piattaforma Iron Dome nella caserma Ramot Naftali. Intanto, il governo israeliano ha aumentato da 300.000 a 350.000 il numero di riservisti che le forze armate possono richiamare in caso di necessità. Una decisione, ha precisato l'Idf, che non ha nulla a che fare con le tensioni al nord ma è legato all'operazione a Rafah che richiede più truppe di quanto inizialmente previsto.

Il rischio escalation con il Libano

Netanyahu è sotto il pressing della far right della sua coalizione che nei giorni scorsi ha chiesto un'azione più decisa al nord, invocando un conflitto aperto. Polemiche durante la visita del premier a Kiryat Shmona per il mancato incontro con il sindaco della città, Avichai Stern, che lo ha accusato di impegnarsi in "politiche a buon mercato in tempo di guerra".

Ieri le forze di difesa israeliane hanno annunciato la formazione di una nuova unità antiterrorismo che opererà nelle comunità di confine di Gaza, composta da residenti della zona che sono ex operatori delle forze speciali. L'unità, nota come Lotar Otef è stata istituita secondo le istruzioni del capo di stato maggiore, tenente generale Herzi Halevi e "come parte dell'apprendimento delle lezioni emerse dalle indagini iniziali su gli eventi del 7 ottobre". L'unità sarà comandata da un tenente colonnello riservista e sarà subordinata alla Divisione Gaza. L'Idf affermano che l'unità sarà composta da riservisti che hanno precedentemente prestato servizio nelle forze speciali, vivono nelle comunità di confine di Gaza o nelle città vicine, e che saranno pronti per eventi improvvisi.

I membri dell'unità seguiranno una formazione specifica per "le sfide della zona". Centinaia di riservisti hanno già fatto domanda per prestare servizio nel Lotar Otef e nelle prossime settimane inizieranno l'addestramento.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica