Israele ha iniziato i preparativi per l’attacco a Rafah. Stando a quanto riportato da Reuters, che ha citato una fonte informata, il ministero della Difesa dello Stato ebraico ha acquistato 40mila tende, ciascuna in grado di contenere tra le dieci e le 12 persone, dove saranno ospitati i civili palestinesi fuggiti nei mesi scorsi dalle zone dei combattimenti e rifugiatisi nella città al confine con l’Egitto.
The IDF will spend the next 3 weeks moving more than 1 million Palestinians from #Rafah to places further north, before it launches its offensive in about 6 weeks.
— Gemina Teed (@GeminaTeed) April 23, 2024
The evacuation would be done by #Israel in co-ordination with the US, Egypt and other countries in the region. pic.twitter.com/YFI18uNyC5
Video e immagini satellitari comparse sui social mostrano file di questi alloggi temporanei erette a Khan Younis, agglomerato urbano nella zona centrale della Striscia a circa cinque chilometri da Rafah e in gran parte ripulito dalla presenza di Hamas. Funzionari del governo di Tel Aviv hanno affermato che il gabinetto di guerra del premier Benjamin Netanyahu si riunirà entro le prossime due settimane, per autorizzare l’evacuazione dei civili. Secondo le stime, l’operazione richiederà circa un mese, ma è l’unica via percorribile dallo Stato ebraico per ottenere il via libera degli Stati Uniti a procedere contro Rafah. Fin da quando il governo israeliano ha annunciato la sua intenzione di attaccare la città nel sud di Gaza, infatti, l’amministrazione Biden ha minacciato di sospendere il suo “supporto incondizionato” a Tel Aviv a meno che non fossero state prese misure per garantire la sicurezza della popolazione.
Per quanto riguarda i piani di battaglia, le Idf non hanno ancora avviato discussioni concrete ma hanno segnalato molte volte di essere pronte. “Hamas è stata colpita duramente nel settore settentrionale. È stata colpita duramente anche nel centro della Striscia. E presto sarà colpita duramente anche a Rafah”, ha dichiarato Itzik Cohen, brigadiere generale e comandante della 162esima divisione attiva nell’exclave. “Hamas dovrebbe sapere che, quando le Idf entreranno a Rafah, farà meglio ad alzare le mani in segno di resa”. Mercoledì 24 aprile, l’esercito ebraico ha fatto sapere di aver mobilitato altre due brigate di riservisti in vista dell’invasione. Stando a quando riferito dall’intelligence israeliana, l’organizzazione terroristica palestinese avrebbe ancora quattro battaglioni intatti a Rafah, rinforzati da migliaia di combattenti fuggiti dalle zone conquistate dalle Idf. Il premier Netanyahu ha affermato più volte che una vittoria totale contro Hamas sarebbe impossibile senza la presa della città al confine con l’Egitto, ma i suoi piani sono stati criticati sia dalla comunità internazionale, sia da svariate associazioni che temono una catastrofe umanitaria.
In vista dell'inizio delle operazioni, la guida suprema dell'Iran Ali Khamenei ha dichiarato che "oggi il mondo intero sostiene la Palestina. Le persone sostengono la Palestina nelle strade dell'Europa, a Washington e a New York".
In un discorso pronunciato davanti a una rappresentanza dei lavoratori all"Imam Khomeini Hussainiyah" di Teheran, l'ayatollah ha ha affermato che "la catastrofe che il regime sionista ha creato bombardando la popolazione di Gaza non lo porterà da nessuna parte", aggiungendo che secondo europei e americani i terrorisiti sono "la popolazione di Gaza" e non "un regime malvagio, falso, usurpatore e brutale che in sei mesi ha massacrato quasi 40mila persone".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.